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L'emergenza

Sicilia a secco, allarme pure per i turisti: "Non possiamo chiedergli di razionare l'acqua"

Secondo la Protezione civile la presenza dei vacanzieri "può determinare un ulteriore aggravamento del quadro generale". Ma il presidente di Federalberghi avverte: "Prima il problema viene risolto e meglio è. Perché l'Isola è meta mondiale"

L'emergenza idrica in Sicilia va risolta al più presto. Non possiamo rischiare di avvicinarci all'estate e chiedere ai turisti di razionare l'acqua. Sarebbe una follia. Prima il problema viene risolto e meglio è. Perché la Sicilia è meta turistica mondiale. Io mi auguro che il Governo aiuti la Regione siciliana a trovare una soluzione immediata, non possiamo perdere tempo. Il tempo è prezioso, così come l'acqua". È l'allarme lanciato all'Adnkronos dal presidente regionale di Federalberghi Sicilia Nico Torrisi.

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"A Dubai, nel deserto, l'acqua non manca mai"

Proprio mentre la Sicilia gongola per i numeri record di presenze turistiche nel periodo pasquale, con un incremento notevole di stranieri provenienti da tutto il mondo, l'isola deve fare i conti con una crisi idrica sempre più grave. Soprattutto in alcune province, come Agrigento, Caltanissetta, Enna, Palermo. Anche se il turismo, fino a questo momento, non ne risente.

"Il turismo in Sicilia gode per ora di ottima salute - spiega ancora Torrisi - e non c'è preoccupazione, per ora appare inverosimile che non si trovi una soluzione. Penso a luoghi turistici come Dubai che sono nel deserto e dove l'acqua non manca mai. Perché la Sicilia, che è circondata dall'acqua deve avere problemi. Altrimenti, come si fa a spiegare a un turista che deve risparmiare sull'uso dell'acqua?".  

"Senza ipocrisie - aggiunge Torrisi -. Questo clima particolarmente e insolitamente caldo che ci ha regalato una continua primavera, e ora anche un inizio estate aiuta il turismo. Da un lato ha portato ricchezza, ma dobbiamo trovare delle soluzioni per questa emergenza idrica. E' un dato di fatto che sia in corso un cambiamento climatico. Dal punto di vista turistico il caldo può essere un vantaggio ma l'acqua è preziosa".

"Turisti possono aggravare quadro"

Secondo la Protezione civile regionale le presenze di turisti nella stagione estiva “possono determinare un ulteriore aggravamento del quadro generale delle esigenze”. Intanto, la Sicilia corre ai riparti chiedendo al Governo nazionale le navi delle forze armate per arginare l’emergenza siccità. Nella richiesta di stato d’emergenza avanzata dalla giunta di Renato Schifani al governo Meloni, c’è anche la domanda di utilizzo immediato delle navi cisterna e di quelle con funzioni di dissalatori per riempire gli invasi siciliani. Come segnalato dalla stessa Regione siciliana, il 2023 è stato “il quarto anno consecutivo con precipitazioni al di sotto della media storica di lungo periodo” e anche i primi mesi del 2024, “caratterizzati da temperature più alte e scarsità di piogge, hanno confermato questa tendenza”.  

"Ci servono le navi delle forze armate"

Nel marzo 2024 si è registrato il 50 per cento in meno di risorse nelle dighe della Sicilia rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. "Appare necessario - ha scritto il capo della Protezione civile regionale, Salvo Cocina, nella richiesta approvata in giunta e trasmessa a Palazzo Chigi - l’intervento dello Stato per il reperimento, sul territorio nazionale e fuori, e la pronta attivazione di risorse, prioritariamente quelli di enti pubblici e delle forze armate, (autocisterne, navi cisterna, impianti mobili dissalatori) per garantire nel brevissimo periodo una fornitura idropotabile, sia pur in quantità ridotte, alle utenze a maggior crisi".  

La Protezione civile ha aggiornato poi gli scenari di crisi di 105 Comuni, distinguendo due fronti, il primo (gruppo A) è quello delle province di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Palermo e Trapani serviti da Siciliacque e alimentati dall’invaso Fanaco (Castronovo) e dall’invaso Ancipa (Troina). Insomma, gli scenari sono davvero preoccupanti.

"Rischiamo di perdere per sempre agrumi e vigne"

L’assessore regionale all’Agricoltura, Luca Sammartino, ha spiegato che il comparto agricolo siciliano potrebbe subire "un tracollo di reddito e di occupazione", con danni stimati fino a 2,5 miliardi di euro. "Rischiamo la compromissione e la perdita definitiva delle colture permanenti (agrumi, frutta, vigne) e la moria diffusa del bestiame, con i conseguenti problemi di ordine sanitario - ha detto -. Per questo serve una risposta celere da Roma".

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