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Lunedì, 29 Aprile 2024
Il ricordo

Da Genova ad Agrigento per rendere omaggio allo zio morto durante la guerra: la storia di Cristina

Per la prima volta ha potuto portare un fiore sul sacrato del monumento ai caduti del Cimitero di Bonamorone, dove l’uomo, che faceva il poliziotto e rimase vittima dei bombardamenti, riposa da ormai 80 anni

Ha fatto un lungo viaggio, partendo da Genova, per raggiungere il cimitero di Bonamorone, ad Agriento, dove è sepolto lo zio poliziotto, Antonio Sartelli, morto giovanissimo durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, durante la scorta alla distribuzione di viveri ai civili insieme al collega Roberto D’Amore. E’ la toria di Cristina Luciani che per la prima volta e con grande commozione ha potuto portare un fiore sul sacrato del monumento ai caduti del cimitero agrigentino, dove l’agente riposa da 80 anni. Uno zio che non ha conosciuto personalmente, ma di cui ha sempre sentito parlare grazie al racconto della nonna, della zia e della mamma.

Con questa impronta emozionale hanno preso il via le manifestazioni dal titolo “1943 -2023. 80 Anni dallo Sbarco Alleato in Sicilia”. L'associazione nazionale Bersaglieri di Agrigento celebra la ricorrenza con tre giornate di eventi: ieri, mercoledì 12 luglio, il Viale della Vittoria e la Via Atenea sono stati invasi da mezzi militari d'epoca e rievocatori. Una sfilata che ha riportato la città indietro nel tempo. Il corteo si è concluso al palazzo di città, dove il sindaco ha accolto gli ospiti e insieme a loro in ricordo delle vittime del tragico bombardamento aereo del 12 luglio 1943, ha deposto un vaso di fiori ai piedi della lapide collocata sulla facciata della Basilica dell’Immacolata. “Ricordare – ha detto Miccichè - è un dovere morale”. 

Le truppe alleate fanno ingresso in città: parata di mezzi militari per gli 80 anni dalla liberazione

Nel pomeriggio con le note dell’Inno di Mameli al Circolo Empedocleo, alla presenza delle autorità civili e militari, si è svolta una conferenza di commemorazione dei Caduti nei bombardamenti. Un focus che ha permesso di ricostruire fatti legati al periodo della seconda guerra mondiale attraverso i racconti di ricercatori, studiosi, appassionati e testimoni quasi diretti. Sono intervenuti Andrea De Castro, Presidente Associazione Nazionale Bersagliere Sezionale di Agrigento, Giuseppe Scimè, Commissario Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, il presidente del circolo Empedocleo Giuseppe Adamo, l’avvocato Giovanni Tesè, l’insegnante Silvia Nicoletta Tesè, la signora Maria Luisa Tornambè e il sindaco Francesco Miccichè. Ad approfondire il tema è stato Salvatore Fucà, segretario associazione bersaglieri - studioso ed esperto della seconda guerra mondiale. E poi, appunto, la testimonianza di Cristina Luciani, nipote dell’agente di polizia Antonio Sartelli.

Alla manifestazione è intervenuto anche il vice dirigente del commissariato di polizia di Porto Empedocle, Ferdinando Cavallaro che, su delega del questore Emanuele Ricifari, ha portato un saluto e consegnato alla signora Luciani il foglio matricolare dello zio.

Le iniziative di commemorazione proseguiranno oggi, giovedì 13 luglio, alle 17,30 a villa Bonfiglio con la deposizione di una corona al monumento ai Caduti. Alle 18, al museo archeologico Pietro Griffo, l'inaugurazione della mostra e la conferenza sul tema "Il giorno della resa”: il giorno in cui Agrigento è capitolata, il 16 luglio, dopo 7 giorni di combattimenti e il ricordo del maggiore Guido Moccia, medaglia d’oro al Valor militare, alla presenza della nipote Lucia Moccia e di una rappresentanza dell’Esercito militare.

Domani, 17 luglio, nell'atrio del palazzo San Domenico,  l'inaugurazione dell’installazione di un'elica di un velivolo storico ed un approfondimento sulla battaglia di Agrigento. Sarà presente il comandante militare dell’esercito in Sicilia, il generale Maurizio Angelo Scardino, che coordinando queste iniziative, su delega dello Stato Maggiore della Difesa, in collaborazione con l'associazione nazionale Bersaglieri ed altre istituzioni, intende realizzare una sinergia duratura tra tutte le nazioni fondata sulla memoria e, soprattutto, sull’analisi e lo studio delle esperienze passate, allo scopo di trarre lezioni apprese dalla storia (lo sbarco in Sicilia del ’43, in particolare) e dalle vicende attuali con particolare riferimento alle missioni di pace internazionali.

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