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Martedì, 30 Aprile 2024
Il provvedimento

"Non fu una rapina ma un litigio": il giudice rimette due indagati in libertà

L'arresto era scattato dopo il racconto del proprietario di un'auto ritenuto non credibile dal giudice anche perché, in un secondo momento, ha fatto sapere di volere ritirare la denuncia

Non fu una rapina ma un litigio: il giudice per le indagini preliminari Micaela Raimondo rimette in libertà i due indagati, arrestati nella notte fra sabato e domenica con l'accusa di avere rapinato un connazionale della sua auto dopo averlo picchiato e lasciato per strada.

Si tratta di Labe Diallo, 24 anni, della Guinea e Karim Hitani, 32 anni, originario del Marocco. Al provvedimento si è arrivati dopo che i due indagati, durante l'interrogatorio nel quale sono stati assistiti dai rispettivi difensori, gli avvocati Leonardo Marino e Roberto Majorini, hanno fornito al giudice una versione convincente dei fatti.

Il loro arresto era scattato dopo che la polizia, proprio nei pressi dell'ingresso della questura di via Crispi, aveva notato un 27enne agrigentino, figlio di immigrati, sbraitare perché, a suo dire, qualcuno lo aveva picchiato per sottrargli la Peugeot 308 di cui teneva in mano un "devioluce" ovvero l'interruttore delle frecce evidentemente staccato nella colluttazione. La rapina, secondo la sua versione, era stata commessa da due conoscenti a cui aveva dato un passaggio da San Leone.

I poliziotti, che hanno notato evidenti segni di percosse sul volto, si sono messi alla ricerca della vettura trovandola poco dopo nei pressi di via Toniolo, in zona stadio Esseneto. I due presunti rapinatori, secondo la versione del proprietario dell'auto, infatti, erano fuggiti in quella direzione.

Hitani è stato notato col telefono in mano e ha mentito agli agenti dicendo - circostanza smentita dagli accertamenti - che era al telefono col numero unico di emergenza 112. I due, tuttavia, erano stati notati con una birra in mano, tenendo un atteggiamento relativamente tranquillo, definito dal giudice "incompatibile con quello di chi ha appena commesso una rapina".

Durante l'interrogatorio, inoltre, hanno spiegato che non si era trattato di una rapina ma di un litigio. I tre, secondo la loro versione, si erano picchiati reciprocamente. Hitani, inoltre, ha raccontato di essersi allontanato con l'auto per evitare che il litigio degenerasse.

Il giudice, quindi, pur convalidando l'arresto in quanto ricorrevano tutti i presupposti previsti dalla procedura, ha ritenuto carenti gli indizi a loro carico e li ha rimessi in libertà. La procura, prima dell'udienza, aveva disposto gli arresti domiciliari. La presunta vittima, peraltro, si è presentata all'udienza di convalida facendo presente di volere ritirare la denuncia. Atteggiamento che ha spinto il giudice a ritenere la sua iniziale versione poco credibile.

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