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Sabato, 27 Aprile 2024
Violenza sulle donne / Porto Empedocle

Minorenne incinta sequestrata, picchiata e torturata sessualmente? La ginecologa: "Nessun segno, sembrava coppia in armonia"

Il medico è stato ascoltato in aula: la ragazzina sarebbe stata segregata in casa, frustata con dei cavi elettrici e costretta a raccogliere con la bocca dei mozziconi di sigaretta. In una circostanza le sarebbero stati cuciti i genitali ma la teste smentisce

"Non ho mai notato alcun segno di cuciture dei genitali, venivano sempre assieme nel mio studio e mi sembrava una coppia in armonia". La ginecologa curante della presunta vittima ha risposto così in aula alle domande della difesa dell'imputato al quale si contesta una lunga serie di violenze e maltrattamenti ai danni della compagna commessi quando era minorenne.

Schiaffi, pugni, morsi, forbiciate e frustate al volto con una prolunga elettrica: il tutto mentre restava seduto sul ventre della giovanissima compagna incinta alla quale sarebbe stata persino cucita la vagina. Una lunghissima serie di violenze, torture e umiliazioni andate avanti per un anno e mezzo durante il quale avrebbe dovuto subire di tutto.

Sul banco degli imputati, davanti ai giudici della prima sezione penale, presieduta da Alfonso Malato, un trentenne di Porto Empedocle accusato di maltrattamenti, violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni aggravate. 

La lista dei maltrattamenti ai danni della convivente all'epoca minorenne è raccapricciante. Nel marzo del 2015 la ragazza sarebbe stata colpita con una bottiglia di vetro alla nuca e schiaffeggiata al volto. Il ventenne l'avrebbe sequestrata all'interno della camera da letto, chiudendola a chiave e vietandole di uscire, impedendole persino di vedere la luce dopo avere bloccato la finestra con un piumone. La minorenne, quando tentava di opporsi, sarebbe stata presa a morsi e frustata con dei cavi elettrici e le guarnizioni degli infissi. Ma non solo.

Frustate e torture alla compagna: giovane nei guai

In diverse occasioni sarebbe stata sottoposta a "crudeli umiliazioni", sputandole e urinandole addosso, versandole sui capelli la lettiera sporca del gatto, costringendola a raccogliere con la bocca i mozziconi di sigaretta, spegnendo le stesse sigarette sul suo collo e sulla mano. In una circostanza le torture si sarebbero spinte al punto di cucirle le labbra dei genitali esterni.

Su questa circostanza la ginecologa della donna, citata dal difensore dell'imputato, l'avvocato Luigi Troja, ha negato. "Non c'era alcun segnale di cucitura, me ne sarei accorta perché avrebbe cambiato la struttura anatomica". Il medico, inoltre, ha aggiunto che la ragazza andava nel suo studio insieme all'imputato. "A me davano la sensazione di una coppia in armonia".

Maltrattamenti e torture alla compagna: la madre della ragazza conferma le accuse

Nella lista delle accuse pure un brutale pestaggio, che sarebbe avvenuto il 9 gennaio del 2016, con la donna in avanzato stato di gravidanza presa a schiaffi, pugni, forbiciate e frustata con una prolunga elettrica mentre il suo compagno stava seduto sul suo ventre.

Dal marzo del 2015 al gennaio del 2016, inoltre, la ragazza sarebbe stata ripetutamente costretta ad avere rapporti sessuali completi anche durante la gravidanza nella camera da letto dove era segregata.

Il processo è stato aggiornato per sentire gli altri testi della difesa.

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