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Domenica, 28 Aprile 2024
Pm al fianco di chi denuncia

Perseguita da anni titolare di un locale e torna libero per vizio di mente: divieto di avvicinamento e braccialetto elettronico

La misura è stata disposta dal gip dopo la tempestiva richiesta della Procura. Qualora l'indagato dovesse violarla tornerà in carcere

Divieto di avvicinamento alla persona offesa, ma anche divieto di comunicare con la vittima e applicazione del braccialetto elettronico. Lo ha disposto il gip del tribunale di Agrigento dopo la tempestiva richiesta della Procura, con a capo il reggente Salvatore Vella, a carico di S. R., indagato per atti persecutori in danno di una agrigentina, titolare di un noto locale, che da anni viene perseguitata e minacciata dall'uomo. 

Torna libero dopo 8 anni di stalking e minacce, la Caritas a difesa della vittima: "Vacilla la nostra fiducia nelle istituzioni"

La misura è stata già eseguita dai poliziotti della sezione Volanti della Questura, agenti che hanno provveduto a delle rapide indagini per riscontrare le ipotesi delittuose e le condizioni psichiche dell'indagato che, di recente, è stato prosciolto per vizio di mente. 

Scontato che qualora la misura, richiesta dalla Procura e disposta dal gip, dovesse essere violata, l'uomo tornerà in carcere.

La Procura di Agrigento, ancora una volta, s'è posta concretamente accanto alle vittime di reato che denunciano. 

La storia di Simona

Da 8 anni è vittima di "violenze psicologiche e morali, nonché di danni - aveva scritto, giovedì scorso, la stessa agrigentina sui social - . Dopo 3 anni di carcere preventivo, innumerevoli provvedimenti restrittivi e tante, ma davvero così tante vicende sconcertanti, il mio stalker è stato assolto per incapacità di intendere e di volere e quindi è libero. Libero di dedicarsi a questa nuova attività: quella di rubare le mie foto, aprire profili falsi e chiedere il contatto alle persone vicine a me". La donna, con il post, metteva in guardia tutti i suoi conoscenti affinché non accettassero l'amicizia di chi eventualmente la chiede con il suo nome e il suo volto. "E' libero di continuare anche, naturalmente, a fare quello che faceva prima, tempestarmi cioè di chiamate, messaggi e minacce. E questo perché il tribunale  della libertà ha cancellato anche gli ultimi provvedimenti emanati a seguito delle minacce". 

A difesa dell'agrigentina si era subito messa anche la Caritas Diocesana di Agrigento di cui la giovane è volontaria. 

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