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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Il Natale che non c'è, i commercianti: "Clienti e turisti fuggono altrove"

La via Atenea, nel giorno di Santa Lucia, è ancora senza luminarie e senza eventi. Il presidente di Confcommercio rimarca quello è, al momento, sulla bocca di tutti gli agrigentini: "E' una città triste"

"Pista di ghiaccio, mercatini, filodiffusione, cascate di luci e ad Agrigento si accende il Natale. Ma no, è solo un sogno, ad oggi nulla di tutto questo. Bisogna andare fuori città per respirare aria di Natale". Il presidente di Confcommercio Francesco Picarella rimarca quello è, al momento, sulla bocca di tutti gli agrigentini: "E' una città triste". Perché il Natale ancora non c'è. Il 13 dicembre - giorno di Santa Lucia - la via Atenea è senza luminarie e, di fatto, si conclama che Agrigento è una città spenta.

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“Agrigento, con le aspettative deluse in primis da parte dei commercianti – afferma Francesco Picarella – che aspettavano il periodo natalizio per attirare più gente ed invece vedono sfuggire i loro clienti altrove. A parte le iniziative di singoli cittadini e di alcune prodigiose associazioni, Agrigento respinge i turisti e li spinge a fare acquisti altrove, dove le città hanno atmosfera di festa. Qui invece assistiamo alla mancanza assoluta di eventi attrattori a fare da traino alle attività commerciali. Tradizione vuole che la festa dell’Immacolata coincida con l’accensione delle luminarie in via Atena. Ma ad Agrigento, probabilmente per colpa di una burocrazia sempre lenta e farraginosa, il Natale è ancora lontano. Nonostante il municipio incassi i proventi della tassa di soggiorno, la città dei templi a metà dicembre è ancora senza luminarie, ma soprattutto senza una programmazione adeguata”.

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Per Picarella, una città a vocazione turistica, con la tassa di soggiorno che ha registrato entrate per circa un milione di euro, non può e non deve permettersi il lusso di aspettare che siano altri, come l’ente Parco ad andare in soccorso alla città, arrecando alla cittadinanza un tale danno d’immagine e sperperando in maniera confusionaria e completamente fuori dal contesto, somme per piccole iniziative che poco o nulla servono se non a mettere una pezza sulla mancanza di idee e progetti. Comprendiamo – conclude Picarella -  le difficoltà che i Municipi vivono, ma siamo stanchi di aspettare l'elemosina del Parco e soprattutto non si può chiedere solo ai commercianti, già tartassati da una pressione fiscale altissima, protagonismo civico.  Semmai sgraviamo le imprese della Tari e del pagamento del suolo pubblico e sono certi che saranno felici di versare uguale importo per la valorizzazione degli spazi comuni. Ci aspettiamo infine che sia l’amministrazione a fare il primo passo, se non ci sono i soldi per le luminarie ci aspettiamo che non ci siano nemmeno per le indennità della giunta. Facciano loro il primo passo”.

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