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Lunedì, 29 Aprile 2024
L'approfondimento

Naufragi e barchini alla deriva, c'è una nuova e allarmante pratica: sempre più furti di motori delle "carrette" in navigazione

Di un tentativo di razzia hanno parlato anche i 37 naufraghi salvati in acque Sar Maltesi. Ma i primi racconti su questo fenomeno risalgono alla fine di marzo

Sono sempre di più, quasi la metà di quelli che giornalmente vengono soccorsi, i barchini trovati senza motore. I migranti, che sbarcano a Lampedusa, raccontano, ai poliziotti della Squadra Mobile, d’averlo perso durante la traversata. Un incidente che può veramente verificarsi, ma raramente. Mentre invece le “carrette”, fatte di metallo mal saldato, che vengono agganciate alla deriva, perché prive di motore, sono ormai in numero allarmante.

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Molto spesso quei barchini sono oggetto di furti, o tentativi di razzie, ad opera di equipaggi di pescherecci tunisini. Tanto è accaduto in acque Sar Maltesi domenica sera, ed ha provocato un naufragio: 37 le persone superstiti, 16 delle quali portate al Poliambulatorio perché in stato di ipotermia o ustionati, 5, fra cui un bimbo, i dispersi e uno il cadavere: quello di una trentacinquenne ivoriana, recuperati dalla Guardia costiera. Ma non è la prima volta che accade. Perché già a fine dello scorso aprile una bambina di 4 anni cadde in mare e annegò perché durante la navigazione la loro imbarcazione fu abbordata da un peschereccio tunisino che tentò di rubare loro il motore. La prima volta che i migranti hanno parlato di furto fu lo scorso 26 marzo. Allora un natante di 7 metri, con a bordo 42 persone, venne trovato alla deriva e senza motore. Tutti o quasi, i migranti riferirono di un peschereccio tunisino che li aveva abbordati e alcune persone, facenti parte dell'equipaggio, avevano rubato il motore. Non veniva escluso allora che fatti del genere potessero essersi verificati anche in passato, ma fino al 26 marzo nessuno dei migranti che erano su barchini trovati senza motore ne aveva mai parlato. E così, di norma, è ancora oggi. Ma quando si registrano tragedie, il racconto di furti o tentati furti di motore torna prepotentemente. E l’ipotesi investigativa che si sta facendo sempre più largo, su cui lavora la Procura di Agrigento con il reggente Salvatore Vella, è che vi siano delle bande, a bordo di pescherecci tunisini, che si occupino di rubare, per poi rivendere agli scafisti, i motori dei barchini. E quelli presi di mira sono i natanti carichi di gambiani, ivoriani, guineani, senegalesi, sudanesi e burkinabé. Non certo quelli con i tunisini a bordo. Gli sbarchi, intanto, su Lampedusa non si fermano: poco meno di 300 i migranti giunti, 25 dei quali partiti dalla Libia direttamente sulla terraferma, nel giro di poche ore. La polizia, su disposizione della Prefettura, ha svuotato tanto l’hotspot di Lampedusa dove ci sono 588 persone a fronte dei 3.300 degli scorsi giorni, ma anche l’area di transito del porto di Porto Empedocle da dove la nave militare Dattilo ha imbarcato i 700 migranti presenti per spostarli a Vibo Valentia.  

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