"Insegnanti costretti a rinunciare al compenso", due condanne e una assoluzione

Due condanne e un’assoluzione sono state disposte dal giudice per le udienze preliminari del tribunale di Sciacca, Alberto Davico, nel processo a carico di imputati coinvolti nella vicenda che riguardava insegnanti che sarebbero stati costretti a rinunciare al compenso per il lavoro prestato, a firmare le buste paga mensili ed a sottoscrivere, fin dal momento del contratto, una lettera di dimissioni "in bianco" in un istituto scolastico paritario di Menfi. Questa la tesi accusatoria che ha retto - secondo quanto riporta oggi il Giornale di Sicilia - per i due imputati accusati di estorsione, gli ex amministratori Antonino Nugara, di 54 anni, di San Biagio Platani, e Antonino Corsentino, di 54 anni, di Menfi, entrambi condannati per estorsione a 2 anni e 8 mesi e 1.200 euro di multa.

Il pubblico ministero, Michele Marrone, aveva chiesto 2 anni e 10 mesi per i due ex amministratori e 1.200 euro di multa. Assolta dall’accusa di favoreggiamento perché il fatto non sussiste Giuseppa Barrile, di 60 anni, di Montevago. Per quest’ultima, però, il giudice, accogliendo la richiesta che era stata avanzata, in subordine, dal pubblico ministero, ha disposto la trasmissione degli atti in Procura. Il pm aveva chiesto la condanna a un anno per Giuseppa Barrile. Il processo è stato celebrato con il rito abbreviato.

La vicenda, che riguarda fatti che si riferiscono a diversi anni fa, ruotava attorno alla rinuncia al compenso al lavoro prestato da parte degli insegnanti per ottenere il punteggio annuale di docenza. È così che è stata ricostruita dalla Procura della Repubblica di Sciacca.