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Lunedì, 29 Aprile 2024
Mafia Licata

"Non si organizza la famiglia mafiosa in pochi mesi", chiesta assoluzione del boss Occhipinti

La difesa replica al pg che aveva chiesto la conferma della sentenza con cui gli erano stati inflitti 20 anni di carcere: "Nessun interessamento per condizionare il voto". L'operazione avrebbe svelato un intreccio con la politica cittadina e la massoneria deviata

"Non ha organizzato alcuna famiglia mafiosa, non c'è alcun elemento processuale dal cui desumerlo e non avrebbe neppure potuto farlo visto che è stato scarcerato solo qualche mese prima rispetto all'operazione nella quale è stato poi coinvolto". 

L'avvocato Giuseppe Barba replica così alla requisitoria del sostituto procuratore generale di Palermo, Maria Teresa Maligno, che all'udienza precedente aveva chiesto 10 condanne fra cui quella del sessantaseienne Angelo Occhipinti. Per lui era stata proposta la pena più alta ovvero 20 anni per l'accusa di associazione mafiosa ed estorsione. Il processo, in corso davanti alla Corte di appello, è quello scaturito dalla doppia operazione "Halycon-Assedio" che nel 2019 ha sgominato la nuova famiglia mafiosa di Licata e accertato un intreccio con la politica e la massoneria deviata.  

"Nessuno - ha aggiunto il difensore - gli attribuisce il ruolo di capo della famiglia tanto che gli stessi pm indicano sia lui che Giovanni Lauria come vertici e sappiamo bene che non è possibile". Il legale ha ricostruito poi la vicenda legata all'ex consigliere comunale Giuseppe Scozzari, accusato di concorso esterno perchè avrebbe messo a disposizione i servizi sanitari dell'ospedale San Giacomo d'Altopasso, proprio ad Occhipinti.

"A parte - ha aggiunto il difensore - che non ci sono prove di contropartite specifiche ma in ogni caso i presunti favori venivano sempre richiesti per amici e familiari e mai per affiliati".

In primo grado, il primo giugno dell'anno scorso, il gup di Palermo ha deciso 8 condanne e 3 assoluzioni. La pena più alta (20 anni di reclusione) è stata inflitta proprio ad Angelo Occhipinti, già condannato per mafia ed estorsione, ritenuto il nuovo capo della famiglia di Licata. Si torna in aula il 19 aprile.

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