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Mafia Favara

Vivandiere del boss e lo zio presi con armi, il pm: "Condanna a 4 anni e 2 mesi"

Il magistrato Simona Faga chiede pene severe per Calogero e Antonio Bellavia

Quattro anni e due mesi di reclusione ciascuno: il pubblico ministero Simona Faga non ha dubbi. Antonio e Calogero Bellavia, zio e nipote di 44 e 27 anni, entrambi di Favara, finiti in carcere il 13 giugno con l'accusa di detenzione e porto illegale di arma clandestina e munizioni e di ricettazione, devono essere condannati. Il giudice dell’udienza preliminare Stefano Zammuto, davanti al quale si celebra il processo con rito abbreviato, emetterà la sentenza il 17 aprile dopo avere dato la parola ai difensori, gli avvocati Salvatore Pennica e Maria Alba Nicotra.

Il 25 settembre sono stati eseguiti degli accertamenti tecnici sulle due armi al laboratorio del Ris di Messina. I reagenti chimici hanno consentito di ricostruire quasi interamente il numero di matricola di una “Smith e Wesson” che era stato abraso. La Taurus, invece, secondo quanto era stato accertato in precedenza era stata rubata nel 2010 a Carmelo Nicotra, il trentaquattrenne ferito in un agguato il 23 maggio e per il quale gli stessi Bellavia risultano indagati insieme al quarantunenne favarese Emanuele Ferraro ucciso l’8 marzo in via Diaz, nel centro del paese in quella che sembra essere una faida sull’asse Belgio-Favara.

Calogero Bellavia è il vivandiere del boss Gerlandino Messina, il giovane che i carabinieri - su indicazione dei servizi segreti - hanno seguito mentre portava i pasti al capo provinciale di Cosa Nostra nel suo covo di Favara. Pedinandolo, il 23 ottobre del 2010, sono arrivati, a catturare il boss. 

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