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Domenica, 28 Aprile 2024

Nove anni dall'ecatombe davanti a Lampedusa, il sindaco Mannino: "La Porta d'Europa va portata a Bruxelles, all'ingresso del Parlamento europeo"

Il presidente della Camera Roberto Fico: "Bisogna organizzarli i flussi migratori, che siano controllati, corridoi umanitari che derivino da interlocuzioni vere fra gli Stati e la nostra Europa. Solo così quello che avviene nel Mediterraneo verrà annullato definitivamente. Quello che dobbiamo capire è che i flussi migratori non sono un'emergenza, sono qualcosa di strutturale e possono anche essere una grande opportunità"

L'emozione s'è fatta forte, anzi fortissima, quando le sirene delle motovedette di Guardia costiera, Guardia di finanza, carabinieri e vigili del fuoco hanno "spezzato" il silenzio che è seguito alla deposizione della corona di fiori in mare aperto, nell'esatto punto dove il barcone carico di eritrei ed etiopi, 9 anni fa, naufragò. A lasciarla cadere in acqua è stato il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, il sindaco delle Pelagie, Filippo Mannino, e il presidente del comitato 3 ottobre, Tareke Bhraine. Telefoni cellulari alla mano anche i sopravvissuti dei naufragi del 3 e 11 ottobre 2013 hanno immortalato, con foto e video, il momento.

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Forti invece le parole che, poco prima, aveva usato - lanciando una provocazione - il sindaco delle Pelagie, Filippo Mannino: "Se vogliamo scuotere veramente le coscienze di chi governa l'Europa, il posto giusto di questa Porta non è più Lampedusa, ma nel cuore di Bruxelles, all'ingresso del Parlamento europeo. La Porta realizzata da Mimmo Paladino inaugurata nel 2008, per onorare la memoria dei migranti deceduti in mare, qui ha esaurito il suo significato.  Magari varcandola continuamente o vedendola ogni giorno, essa può tornare a incarnare il ruolo che deve avere un'opera d'arte, cioè interrogare le coscienze. Questa Porta, nel cuore di Bruxelles, può diventare un monito, un modo per sollecitare una riflessione, sottolineare un'urgenza, richiamare tutti ad una assunzione di responsabilità - ha aggiunto il primo cittadino di Lampedusa - . Penso seriamente che, qui questo monumento ha esaurito il suo ruolo, anche perché sono gli eventi quotidiani a ricordarci ciò che accade. L'immigrazione è un problema europeo - ha osservato - ed esige una risposta europea. Tocca all'Europa fare qualcosa e lo deve fare subito. Sono passati quasi 10 anni e, ad oggi, la politica specie quella europea, è stata praticamente assente. L'Europa non ha una reale politica migratoria, l'Europa non vuole cambiare il regolamento di Dublino, l'Europa non riesce a far partire i cosiddetti corridoi umanitari per far viaggiare le persone in sicurezza e l'Italia viene praticamente lasciata da sola, con Lampedusa in prima linea, a gestire, alla meno peggio, un fenomeno di portata epocale - ha affermato Mannino - . Eppure, nelle sedi diplomatiche e nelle occasioni culturali, l'Europa continua a parlare di coesione tra popoli, di rispetto dei diritti umani, di collaborazione tra le nazioni - ha concluso- . Lampedusa è poco più di un quartiere di Bruxelles. Anche qui i cittadini dovrebbero godere di pari diritti rispetto a chi vive a Parigi o Londra o in qualunque altro piccolo Comune d'Europa Non devo essere io ad indicare le soluzioni perché non ce l'ho". 

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"Oggi con la guerra ci rendiamo conto di quanto sia importante la pace. Le migrazioni dipendono soprattutto dalle guerre e dal cambiamento climatico. Dobbiamo quindi fermare le guerre, oggi ricordiamo chi è morto in mare e ricordiamo quanto la comunità di Lampedusa sia accogliente ed importante per il nostro Paese e quanto l'Europa deve assolutamente poter fare qualcosa per fermare i flussi migratori. Bisogna superare l'idea che l'Italia sia il Paese di primo approdo e bisogna avere una regolamentazione dei flussi migratori da parte dell'Europa, con i corridoi umanitari, con il superamento definitivo della legge Bossi-Fini e deve vincere una Europa comunità e non una Europa alla Orbàn" - ha detto il presidente della Camera, Roberto Fico, in piazza Castello, davanti al museo della fiducia e del dialogo del Mediterrano di Lampedusa. "Bisogna organizzarli i flussi migratori, che siano controllati, corridoi umanitari che derivino da interlocuzioni vere fra gli Stati e la nostra Europa - ha aggiunto il presidente Fico - . Solo così quello che avviene nel Mediterraneo verrà annullato definitivamente. Le persone devono arrivare in un altro modo nel nostro Paese e nella nostra Europa. Quello che dobbiamo capire è che i flussi migratori non sono un'emergenza, sono qualcosa di strutturale nella nostra vita. Esistevano prima, esistono adesso ed esisteranno dopo. I flussi migratori gestiti sono anche una grande opportunità".

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