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Giovedì, 28 Marzo 2024
La commemorazione

Lampedusa ricorda il naufragio del 3 ottobre, Brhane: " In 9 anni 24 mila morti nel Mediterraneo"

Il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, il sindaco delle Pelagie, Filippo Mannino, e il presidente del comitato 3 ottobre, Tareke Bhraine, hanno lasciato cadere in mare aperto una corona di fiori

Lampedusa si prepara al suo giorno più lungo: oggi si ricorderanno le 368 vittime del naufragio del 3 ottobre 2013 e, simbolicamente, tutti gli uomini, le donne e i bambini annegati nel Canale di Sicilia, alla ricerca di una vita migliore.

La marcia ha preso il via da piazza Castello, l'area di Lampedusa che si affaccia su molo Madonnina: presenti centinaia di studenti di tutta Europa e le istituzioni, tra cui il presidente della Camera Roberto Fico. "A distanza di 9 anni si continua a morire nel Mediterraneo centrale ed orientale, lungo la rotta atlantica e balcanica, nel canale della Manica e lungo i confini tra Polonia e Biellorussia - dice il presidente del Comitato 3 Ottobre Tareke Brhane -. Dal 2013, oltre 24 mila persone hanno perso la vita solo nel Mediterraneo. I morti delle migrazioni spesso non hanno nome, non hanno volto, non hanno storia. Corpi sepolti senza identità, vittime senza nome, persone a cui è stato negato il futuro. Il comitato 3 ottobre chiede alle istituzioni europee che il 3 ottobre diventi 'Giornata europea della memoria e dell'accoglienza'. Per noi del comitato, il 3 ottobre resta una data che ci ricorda come il salvataggio di vite umane debba sempre restare la priorità numero uno e come questa responsabilità debba essere una responsabilità condivisa da tutti gli stati membri dell'Unione Europea, ha aggiunto Brhane". 

La proposta di legge per l'istituzione del 3 ottobre quale Giornata europea della memoria e dell'accoglienza è stata sottoscritta tra gli altri dal Comune di Lampedusa e Linosa, da Medici senza frontiere Arsing Africans, Festival divercity, Unire. A sorreggere il banner, che apre la marcia, sono i sopravvissuti dei naufraghi del 3 e 11 ottobre 2013. Fra loro anche la coppia di siriani che hanno perso 4 bambine e che adesso, dopo che erano scappati dalla Libia dove il sessantunenne era direttore di Pneumologia dell'ospedale, vivono in Germania. ,

Lampedusa ricorda la strage del 3 ottobre 2013

Una volta giunti nei pressi della Porta d'Europa, tutti i naufraghi si sono radunati su un pezzo di scogliera, utilizzato come palco. Lo stesso punto che hanno raggiunto le autorit- e da dove vengono letti tutti i nomi delle vittime dei due naufragi dell'ottobre 2013. Il momento è stato preceduto dalla preghiera in italiano e in arabo. "Coloro che sono in fuga da luoghi di guerra, da luoghi dove non sono liberi hanno il diritto di essere accolti", ha detto padre Cumbo, a nome dell'arcivescovo di Agrigento: monsignor Alessandro Damiano. "Chiediamo di non vedere, in coloro che arrivano, dei pericoli. E non sono solo numeri, ma persone - ha aggiunto - . Chiediamo a Dio di non abbandonarci in quelle difficolta' che non ci permettono di essere cristiani". Intorno alle 11 studenti e naufraghi del 3 e 11 ottobre 2013 hanno gettato i fiori, margherite nella maggior parte dei casi, in mare dalla scogliera di Porta d'Europa. 

Il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, il sindaco delle Pelagie, Filippo Mannino, e il presidente del comitato 3 ottobre, Tareke Bhraine, intorno alle 12 hanno lasciato cadere in mare aperto, nel punto esatto dove 9 anni fa naufrago' il barcone carico di eritrei ed etiopi partiti dalla Libia, una corona di fiori in memoria delle 368 vittime. Le sirene delle motovedette di Guardia costiera, Guardia di finanza, carabinieri e vigili del fuoco hanno spezzato il silenzio, ma hanno emozionato tutti i presenti. Telefoni cellulari alla mano anche i sopravvissuti dei naufragi del 3 e 11 ottobre 2013 hanno immortalato, con foto e video, il momento.

"Siamo qui per ricordare le vittime di quel 3 ottobre del 2013. Vittime che rimarranno scolpite su queste rocce. Cercavano un futuro e si sono scagliati qua. Dobbiamo cambiare politiche migratorie. Lo Stato deve essere per forza comunita', abbiamo aderito alla Comunita' Europea per condividere la sovranita'. E l'Europa lo deve capire per gestire i flussi migratori, per andare a parlare con gli altri Paesi. Una Europa che deve aiutare e no  pensare ai blocchi navali". Lo dice il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, nel suo ultimo discorso pubblico. "Credo che le strade siano tracciate, vanno solo percorse, come questi naufraghi che cercano di riprendere in mano le proprie vite".

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