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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Lampedusa e Linosa

Quei farmaci salvavita che è difficile (spesso impossibile) far arrivare a Lampedusa: isolano scrive al presidente della Repubblica

Il sindaco delle Pelagie ha interessato anche il ministero della Salute per cercare di istituzionalizzare un servizio che consenta il trasferimento delle medicine da Palermo. La prefettura sollecita interventi per risolvere le criticità

"Di cancro si può guarire". I pazienti oncologici se lo ripetono in continuazione, sperando e sforzandosi di crederci. A Lampedusa, dove far arrivare i farmaci salvavita è una sorta di terno al lotto, è però assai difficile "masticare" questa frase. E un isolano ha, nelle ultime ore, scritto perfino al presidente della Repubblica Sergio Mattarella segnalando "le difficoltà incontrate per la moglie, paziente oncologica, per ricevere un farmaco salvavita prescritto dalla struttura curante nell'ambito del piano terapeutico". Lettera-appello di cui è stata già informata anche la prefettura di Agrigento che, con il suo massimo esponente Filippo Romano, ha segnalato all'assessorato regionale alla Salute "le difficoltà evidenziate". L'obiettivo è, naturalmente, uno soltanto: valutare e trovare interventi per arrivare ad una soluzione.

Senza farmaci salvavita o chemioterapici: "costretti" al viaggio verso il capoluogo per provare a non morire   

Delle insormontabili difficoltà dei pazienti oncologici si sta occupando, da settimane ormai, anche il sindaco delle Pelagie, Filippo Mannino, che è in continuo contatto con l'assessorato regionale per cercare di trovare una strada che consenta di far arrivare i farmaci salvavita a Lampedusa dove, assieme a Linosa, ci sono poco meno di una decina di pazienti oncologici.

La norma

La norma prevede che questo genere di farmaci, che hanno un costo anche di migliaia e migliaia di euro, devono essere consegnati dalla farmacia territoriale dell'Asp. Farmacia che, per le isole Pelagie appartenenti all'Asp 6, si trova in via La Loggia a Palermo. Ma Lampedusa e Linosa sono distanti - "anni luce" - dal capoluogo siciliano.

Come s'è fatto fino ad ora

Fino ad ora s'è proceduto a "titolo di amicizia e cortesia". Amici, parenti o anche semplici conoscenti che andavano a Palermo si sono fatti carico di recarsi in via La Loggia, a Palermo, per "recuperare" quegli indispensabili farmaci per i concittadini. Di fatto, un incarico di grande responsabilità perché si tratta, appunto, di farmaci costosissimi e qualcuno ha, ad un certo punto, iniziato ad evidenziare i timori di perdere quei farmaci che sono anche a rischio deterioramento. L'alternativa, per chi ha forza e soldi, è prendere un aereo per Palermo, andare in via La Loggia per recuperare quei farmaci e tornare all'aeroporto "Falcone-Borsellino" per il primo volo utile per rientrare sulla maggiore delle isole Pelagie. 

Sindaco interessa il ministero della Salute 

Il sindaco delle Pelagie, Filippo Mannino, ha interessato, nelle scorse settimane, anche il ministero della Salute per cercare di istituzionalizzare un servizio che consenta il trasferimento dei farmaci salvavita da Palermo a Lampedusa. Isola che non è Termini Imerese o Bagheria che facilmente possono dunque raggiungere il capoluogo siciliano. Si sta pensando - tanto è stato appreso da AgrigentoNotizie - ad una convenzione con la compagnia aerea Dat per fare in modo che i farmaci arrivino a Lampedusa e, poi, anche a Linosa. Una "risposta" - per una soluzione tampone - dovrebbe arrivare la prossima settimana. 

Prefettura segnala le difficoltà alla Regione

Dopo la lettera inviata dal lampedusano al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il prefetto di Agrigento, Filippo Romano, ha scritto per segnalare la "situazione di difficoltà", per la consegna dei farmaci a pazienti oncologici, all'assessorato regionale alla Salute. L'autorità governativa ha chiesto all'assessorato "di voler valutare ogni intervento che sarà possibile promuovere" per risolvere le criticità e garantire il diritto alla salute anche sulle isole Pelagie. 

Burocrazia e politica non al passo con il cancro 

Ma mentre si pensa, si discute, si dibatte - per cercare una soluzione praticabile - e mentre si attende che l'Asp6 potenzi, laddove possibile, l'offerta sanitaria, i pazienti oncologici hanno necessità di farmaci, anche chemioterapici, e di credere che anche sulle isole Pelagie si può disperatamente tentare di credere che lottare contro il cancro è possibile.

Marginalità e diritto alla salute 

A Lampedusa, così come a Linosa, la soluzione è stata già escogitata. Ed è stato fatto in maniera semplice, ma proficua, rispettando naturalmente anche le regole. "Non siamo in 5mila i malati di cancro. Fra Lampedusa e Linosa siamo appena 8. Perché non fare arrivare, nelle farmacie territoriali esistenti, i farmaci ad personam? - chiedono gli isolani pazienti oncologici - . Hanno i nominativi, il piano terapeutico e soprattutto siamo, per fortuna, in pochi. Non dovrebbe essere così complicato. Per garantire il diritto alla salute anche su queste isole non basta far altro che metterci cuore e desiderio di aiutare chi è in difficoltà, chi lotta per sopravvivere e vive, da sempre, in mezzo al Mediterraneo".  

   

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