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Cronaca

La moda nelle vene e l'arte nelle mani, Luisa Luparello: "Sono legata a doppio giro alla mia città"

Il nostro volto della settimana è un'agrigentina doc, lavora in una rinomata agenzia creativa di Milano ricoprendo il ruolo di Art Director

Sei un imprenditore, uno studente, un pizzaiolo o anche un "cervello" in fuga?  Abbiamo deciso di dare voce agli agrigentini fuori sede. Le loro esperienze, i loro racconti e le loro storie possono essere da esempio per chi ha voglia di tornare o anche di restare. Dedicheremo uno spazio settimanale, un focus che serva a raccontare le vite ormai lontane dall’ombra della Valle dei Templi. Un microfono aperto a tutti, una volta a settimana. Se un agrigentino fuori sede? Raccontati ad AgrigentoNotizie. 

Quando ami, in maniera viscerale, quello che fai è la passione a guidarti. Il tuo lavoro diventa, senza mezze misure, un nuovo stile di vita. Un mondo speciale dove costruirci dentro il tuo microcosmo fatto di arte e bellezza. Agrigento ti accoglie, ti coccola ma poi davanti alle tue ambizioni ti lascia libero, forse fin troppo, di scegliere da che parte andare. 

A volte costruisci dentro le mura della tua città il tuo nuovo futuro. Altre, invece, prendi il primo treno e lo carichi di sogni per poi scegliere una fermata più consona. Altre ancora, invece, prendi il primo treno lo carichi di sogni e rotoli verso casa, portando con te una voglia matta di migliorare ciò che un tempo è stato.

Percorsi di partenza ma anche di arrivi che si intersecano tra di loro per poi chiudere l'ennesima valigia e camminare lontano con la passione che ti allaccia le scarpe e ti porta via dalla tua città. 

Il volto della settimana è quello di Luisa Luparello che tra ambizione e profonda passione ha camminato tanto, quando pensava d’essere arrivata a destinazione, ha cambiato rotta ed è partita ancora. Ecco la storia dell’agrigentina Luisa.

Ciao Luisa, raccontaci la tua storia?

"Premetto che la mia storia è una storia un po' particolare. La moda mi ha sempre appassionato, per cui, finiti gli studi Classici, mi sono trasferita a Milano, dove ho studiato Fashion Design. Al termine di una brevissima esperienza lavorativa, sono tornata però ad Agrigento, dove ho aperto il QOC: un concept restaurant con all'interno il mio atelier. Terminata l'esperienza col Qoc ho aperto PATIO 101, il mio atelier con all'interno la vendita della selezione vintage de Le Loopas, progetto on line mio e di mia sorella Laura. Alla fine del 2018 ho deciso di chiudere PATIO 101 ed esattamente un anno fa mi sono trasferita a Milano. Oggi sono Art Director in un'agenzia creativa che si occupa di moda: è un lavoro super dinamico e riesce a convogliare tutti gli aspetti della moda che mi appassionano: il concept, la fotografia, la produzione etc..."
 

Perché hai deciso di lasciare Agrigento?

"Durante gli ultimi anni ad Agrigento ho fatto spesso trasferte a Milano per lavori di styling, un ambito della moda che mi ha molto coinvolto. Alla fine mi ritrovavo a venire a Milano anche due volte al mese. In realtà la domanda che mi hanno sempre fatto è 'perchè hai deciso di lasciare Milano?': d'altronde la moda è qui e così dopo 13 anni sono tornata".
 

Ti manca Agrigento?


"Agrigento mi manca da morire, sono legata a doppio giro alla mia città. Purtroppo però Agrigento è una città che si apre poco alle nuove professioni. La frase che mi sono sentita dire più volte quando ho chiuso il Patio è l'esempio lampante: '...che peccato che tua vada via, che perdita per Agrigento, anche se non sono mai venuta/o a trovarti..però sapevo che c'eri'".
 

Hai un consiglio per i giovani agrigentini?
 

"Studiate, fate squadra e non rinunciate ai vostri obiettivi, mai".

 

In cosa, secondo te, la tua città dovrebbe migliorare?
 

"Da dove comincio? Il nostro territorio è un pozzo senza fondo di risorse. Io credo serva un turn over generazionale nettissimo per tirarle fuori. Agrigento da Milano dovrebbe imparare la capacità di essere meritocratica, di essere una citta in cui le persone e le professioni fanno rete e sistema e dove la concorrenza è considerata una risorsa e non un problema".
 

Sogni di tornare?
 

"Ovviamente, ma non lo considero un sogno, solo il prossimo obiettivo".

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