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Lunedì, 29 Aprile 2024
La decisione / Favara

Inchiesta antimafia “Xydi”, carcere duro per l’imputato Giuseppe Sicilia

Il ministro della giustizia Marta Cartabia ha firmato il provvedimento che stabilisce il regime del cosiddetto “41 bis” per il favarese ritenuto uno dei boss della mafia agrigentina. Ma gli avvocati faranno ricorso

Il favarese di 43 anni Giuseppe Sicilia, imputato nel processo scaturito dall’inchiesta antimafia “Xydi” e ritenuto dagli inquirenti uno dei bosso della mafia agrigentina, va in regime di “41 bis”, ovvero il carcere duro. Il provvedimento è stato firmato dal ministro della giustizia Marta Cartabia ma gli avvocati difensori Giovanni Castronovo e Giuseppe Barba si rivolgeranno al tribunale di sorveglianza di Roma per il ricorso.

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Nell’ambito del processo, nei mesi scorsi, i pubblici ministeri avevano chiesto la condanna di Giuseppe Sicilia a 18 anni e 8 mesi ma gli avvocati difensori avevano replicato sostenendo che la precedente condanna nell'operazione San Calogero non può, in maniera automatica e scontata, significare il suo reinserimento in Cosa Nostra. ”Agli atti del processo - aveva detto l’avvocato Castronovo - non c'è alcun elemento che conferma l'ipotesi investigativa secondo cui sarebbe non solo un semplice associato ma addirittura il capo della famiglia mafiosa di Favara".

L’inchiesa “Xydi” avrebbe stretto il cerchio sulla figura dell'ultimo super latitante Matteo Messina Denaro e fatto riemergere la figura del boss Giuseppe Falsone che, dal carcere anche lui al 41 bis, avrebbe trasmesso messaggi e “pizzini” agli altri associati attraverso l'avvocato Angela Porcello diventata "consigliori" e "cassiera" della famiglia insieme al compagno Giancarlo Buggea.

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