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Sabato, 27 Aprile 2024
Il verdetto / Grotte

"Compravendita di esami all'Università di Palermo": condanna annullata per studentessa di Grotte

La prescrizione cancella la sentenza della Corte di appello che aveva inflitto 3 anni e 6 mesi di reclusione (5 in primo grado) alla 38enne accusata di avere avuto un ruolo nel giro messo in piedi da due impiegate dell'ateneo

Condanna cancellata dalla prescrizione per l'unica studentessa agrigentina coinvolta nell'inchiesta sulla presunta compravendita di esami all'università di Palermo. 

La Cassazione, alla quale si sono rivolti otto imputati, fra cui Alexandra Rita Ntonopoulou, 38 anni, di Grotte, accusata di avere "acquistato" sette esami del corso di architettura, ha annullato senza rinvio la condanna a 3 anni e 6 mesi (5 anni in primo grado) perchè i reati sono estinti per il decorso del tempo.

Il meccanismo di cui avrebbe fatto parte la studentessa (difesa dall'avvocato Gianfranco Pilato) sarebbe stato messo in piedi da alcuni dipendenti infedeli dell'ateneo, fra il 2007 e il 2010, e coinvolgeva soprattutto le facoltà di architettura, economia e ingegneria. Gli impiegati dell'università, in cambio di una somma di denaro, sarebbero riusciti ad accedere abusivamente nei sistemi informatici dell'ateneo e caricare gli esami che apparivano sostenuti con profitto senza che gli studenti si fossero mai presentati.

Dopo le 13 condanne inflitte in primo grado il 13 giugno del 2019 (l'inchiesta era partita nel 2011), la seconda sezione della Corte d'appello aveva già dichiarato prescritti diversi capi d'imputazione, ma ha anche sancito delle assoluzioni e concesso quindi degli sconti di pena a diversi imputati. In Cassazione sono approdate otto posizioni: cinque condanne sono state del tutto cancellate dalla prescrizione, per un sesto imputato è stata decisa una riduzione di pena (da quantificare in un secondo processo di appello) sempre per effetto del decorso del tempo che ha reso non più punibile un capo di accusa. 

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