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Domenica, 28 Aprile 2024
Il caso / Realmonte

La nuova gestione pubblica della Scala dei Turchi diventa un caso, la smentita dei proprietari: "Nessun accordo"

I legali della famiglia Sciabarrà contro Comune, Regione e Parco: "Diffuse affermazioni false alla stampa. Senza il nostro consenso non si ha alcuna facoltà, peraltro da tempo nessuno ha risposto alla nostra offerta di donazione della scogliera"

"In merito alla notizia che ci sarebbe un accordo tra il Comune di Realmonte, la Regione ed il Parco archeologico di Agrigento, sulle futura gestione della Scala dei Turchi, su mandato espresso della famiglia Sciabbarrà comunichiamo che non esiste alcun accordo tra la famiglia legittima proprietaria della Scala dei Turchi e gli enti". E' quanto dicono, attraverso una nota, gli avvocati Giuseppe Scozzari e Antonino Cremona, legali della famiglia Sciabarrà.

La gestione diretta da parte del Parco archeologico della Scala dei Turchi, annunciata oggi dal direttore Roberto Sciarratta e dall'assessore regionale Francesco Paolo Scarpinato, diventa un caso. 

I due avvocati dei proprietari aggiungono: "Si fa rilevare che né il Comune né altri enti hanno la facoltà di decidere i termini, i ticket, la fruibilità, relative alla gestione della Scala dei Turchi senza il previo consenso della famiglia Sciabbarrà allo stato legittima proprietaria. Ricordiamo a tutti che esiste una convenzione siglata alla Regione tra la famiglia Sciabbarrà ed il Comune che affidava a quest’ultimo la gestione temporanea fino al 30 luglio 2023 della Scala dei Turchi". 

La controversia civile, che finora ha assegnato la proprietà della scogliera di marna famosa in tutto il mondo ai privati, secondo quanto spiegano gli avvocati Scozzari e Cremona, prosegue.

"Nel prossimo giugno - precisano - si terrà al tribunale di Palermo l’udienza relativa alla controversia civile tra la famiglia Sciabbarrà ed il Comune di Realmonte, ed inoltre si informa che in capo alla famiglia Sciabbarrà  persiste la  volontà di donazione del bene “Scala dei Turchi” al Comune di Realmonte, dal quale ad oggi si attende ancora una risposta in merito".

I legali concludono chiedendo "rispetto e lealtà istituzionale nei confronti della famiglia Sciabbarrà che ha tenuto indenne da qualsiasi speculazione il sito di fama mondiale".
 
 

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