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Domenica, 28 Aprile 2024
L'inchiesta / Favara

L'omicidio del rivenditore di auto di Favara: il delitto ha tutte le caratteristiche dell'esecuzione, disposta l'autopsia

L'esame autoptico verrà preceduto da una Tac per stabilire quanti i colpi che sono andati a segno. Perché altri avrebbero raggiunto la vittima di striscio. In corso le audizioni di familiari e conoscenti della vittima

Ha tutte le caratteristiche dell'esecuzione l'omicidio del sessantanovenne Francesco Simone, titolare di una rivendita di autovetture a Favara. Sarebbero stati diversi - non ancora quantificati con precisione - i colpi di pistola esplosi contro l'uomo che si trovava sul suo appezzamento di terreno in contrada Poggio Muto, nella zona della Crocca a Favara. L'ispezione cadaverica è stata effettuata dal medico legale Alberto Alongi. Tre, forse 4, uno dei quali in piena faccia, i colpi andati a segno. Ai quali si sarebbero aggiunti anche  quelli che hanno raggiunto la vittima di striscio. Spetterà all'autopsia - che dovrà, come sempre avviene in casi così delicati, essere preceduta da una Tac - stabilire quanti i colpi che hanno centrato ed ucciso  il favarese. L'esame, oltre ai rilievi effettuati dai carabinieri del reparto Investigazioni Scientifica, servirà anche per stabilire la distanza e la traiettoria dei colpi esplosi dal killer o dai killer.

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L'esame autoptico, già disposto dalla Procura della Repubblica di Agrigento, si terrà verosimilmente entro il fine settimane. Sul luogo dell'agguato si è recato, oltre al pm di turno Maria Barbara Cifalinò, anche il procuratore Giovanni Di Leo e il comandante provinciale dell'Arma dei carabinieri: il colonnello Nicola De Tullio.

Il sessantottenne si trovava in campagna, in una contrada dove ci sono molte residenze abitate in estate e deserte in questo periodo dell'anno. Ed era in un campo, fra ulivi e mandorli. Su un arbusto c'era una giacca appesa. Verosimilmente, alle spalle della sua residenza estiva, si stava occupando, forse anche raccogliendo i frutti, delle proprie coltivazioni. Chi lo ha raggiunto in contrada Poggio Muto probabilmente conosceva le abitudini del sessantanovenne o, probabilmente, si è prima sincerato se e dove fosse il sessantanovenne. 

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Spetterà comunque ai carabinieri, che si stanno già occupando dell'inchiesta con il coordinamento della Procura della Repubblica di Agrigento, ricostruire come effettivamente sono andati i fatti stamattina. Ma anche in che contesto è maturato il delitto. Non ci sono conferme istituzionali al riguardo, ma è scontato che siano in corso le audizioni di familiari e conoscenti. Si tratta, del resto, di audizioni che potrebbero aiutare a circoscrivere, restringendo, il campo delle investigazioni. 

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