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Sabato, 27 Aprile 2024
Udienza preliminare / Canicattì

Cresta sulle forniture idriche al Comune, sindaco e funzionari dal gup: un imputato chiede il rito abbreviato

La procura ipotizza nei confronti del primo cittadino di Canicattì, imputato nella veste di presidente del consorzio Tre sorgenti, e dei tecnici una frode nell'applicazione della tariffa

Un imputato chiede il giudizio abbreviato, un altro sollecita la procura a formulare in maniera più chiara il capo di imputazione. È iniziata, davanti al giudice Iacopo Mazzullo, l'udienza preliminare a carico del sindaco di Canicattì, Vincenzo Corbo, nella veste di presidente del consorzio acquedottistico Tre sorgenti e di tre tecnici con cui si è alternato alla guida dell'ente, accusati di avere praticato una "cresta" sulla tariffa della fornitura idrica al Comune di Palma di Montechiaro. 

Si tratta di Carmelo Vaccaro, 59 anni, di Realmonte; Jessica Vanessa Lo Giudice, 32 anni, di Palma e di Mauro Porcelli Licata, 64 anni, di Licata. 

I quattro sono accusati di frode in pubbliche forniture. La procura ipotizza che avrebbero ceduto, per tre anni a partire dal 2018, una fornitura idrica a una tariffa maggiore rispetto a quella dovuta.

"Il consorzio, in particolare - è l'atto di accusa del procuratore aggiunto Salvatore Vella -, dopo avere comunicato all'Arera (Autorità per le reti e l'energia) una tariffa pari a 0,6629 euro a metro cubo per l'anno 2012 e dopo essere stato escluso dall'aggiornamento delle tariffe, per la mancata consegna degli impianti al gestore d'ambito affidatario del servizio, ha applicato la tariffa maggiore di 0,6869".

Il solo Corbo è accusato, sempre nella veste di presidente del consorzio Tre sorgenti, di avere evaso un'imposta di 100mila euro "indicando attivi inferiori" rispetto a quelli effettivi. 

Porcelli, attraverso il suo legale Angelo Armenio, ha chiesto il giudizio abbreviato. L'avvocato Silvio Miceli, difensore di Vaccaro, ha sollecitato a procura a precisare le condotte nel capo di imputazione mentre i legali di Corbo e Lo Giudice, rispettivamente gli avvocati Calogero Meli e Santo Lucia, non hanno chiesto riti alternativi.

Si torna in aula il 18 aprile per tutte le posizioni processuali. 

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