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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Cresta sui biglietti e deviazioni arbitrarie dei tragitti, 10 autisti di bus davanti al gup

La difesa ha sollevato alcune eccezioni preliminari chiedendo che i capi di imputazione siano dichiarati nulli e che non venga utilizzata la relazione dell'investigatore privato. La Tua si costituisce parte civile

La nullità dei capi di imputazione, "troppo generici e indeterminati, tali da rendere impossibile un'adeguata difesa", e l'inutilizzabilità della relazione dell'investigatore privato perchè "priva della autorizzazione prefettizia". Si è aperta con alcune eccezioni della difesa degli imputati l'udienza preliminare a carico di dieci autisti di bus, nei cui confronti è stato chiesto il rinvio a giudizio per le accuse di truffa aggravata e interruzione di pubblico servizio.

Il pubblico ministero Gloria Andreoli, dopo le osservazioni dei difensori (gli avvocati Daniela Posante, Tanja Castronovo, Gerlando Alonge, Leonardo Marino, Teresa Chiara, Gianluca Urso e Alessandro Rampello) ha chiesto un termine per potere interloquire e replicare sul punto e il giudice Alessandra Vella lo ha concesso rinviando il procedimento al 21 aprile. 

La Tua, ditta di trasporto urbano cittadina, si è, intanto, costituita parte civile e potrà ottenere il risarcimento dei danni in caso di condanna. Non lo ha fatto, invece, il Comune di Agrigento che, comunque, qualora decidesse di farlo, sarebbe ancora in tempo.

Gli autisti della società Trasporti urbani Agrigento sono accusati di avere fatto la cresta sulla vendita dei biglietti e di avere deviato il percorso dei bus per proprie esigenze personali. Sul banco degli imputati siedono Maurizio Buttigè, 52 anni; Maurizio Camilleri, 52 anni; Giuseppe Danile, 60 anni; Giuseppe Donisi, 52 anni; Vincenzo Falzone, 53 anni; Giuseppe Lattuca, 59 anni; Michelangelo Nasser, 57 anni; Andrea De Carmelo Russo, 59 anni; Giuseppe Trupia, 54 anni e Angelo Vaccarello, 53 anni, quest'ultimo consigliere comunale da molti anni.

A denunciare i propri autisti è stata la stessa ditta del trasporto pubblico locale che ha ingaggiato un investigatore privato per verificare presunti abusi e ruberie che sarebbero stati commessi nella vendita dei biglietti e che, secondo quanto ipotizza il pm, si sarebbero protratti per sette mesi. La relazione dell'investigatore, però, secondo i difensori andrebbe estromessa dagli atti del fascicolo e non resa utilizzabile per la mancanza dei requisiti richiesti, a partire dall'autorizzazione prefettizia.

La vicenda è sfociata in numerose contestazioni aziendali prima e nei licenziamenti poi. Il percorso processuale, però, ha portato finora all’accoglimento delle tesi dei dipendenti.

A Buttigè, Camilleri, Danile, Falzone, Lattuca, Russo e Vaccarello si contesta di avere venduto a bordo dei mezzi dei titoli di viaggio a un prezzo maggiore e non vendibili, di avere omesso la stessa registrazione della vendita e, soprattutto, di avere riciclato i biglietti vendendoli più volte senza obliterarli al fine di incassare la differenza oppure incassando i soldi senza neppure consegnarli. Donisi, Nasser e Trupia sono accusati di interruzione di pubblico servizio perché, in tre circostanze, nell'estate del 2017, anno al quale si riferiscono tutte le contestazioni, avrebbero deviato il tragitto previsto, anche omettendo alcune fermate e lasciando gli utenti a piedi, per proprie esigenze personali.

I difensori, esaurite le questioni preliminari, potranno scegliere riti alternativi. In caso contrario sarà il gup a decidere se disporre i rinvii a giudizio. 

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