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Lunedì, 29 Aprile 2024
La polemica

Aica, la Consulta non ci sta: "Posizione di Castellino imbarazzante, pronti a querelare"

Non è tardata ad arrivare la replica della Consulta delle associazioni di Aica alle dichiarazioni del primo cittadino di Palma di Montechiaro Stefano Castellino che, nei giorni scorsi, durante l'assemblea dei sindaci della società consortile aveva lanciato una proposta concreta di rimodulazione o annullamento della consulta, ritenendo la stessa composta da associazioni non rappresentative e, soprattutto "rea" di aver travalicato il proprio ruolo. Tutto è contenuto in un lungo documento inoltrato ai vertici di Aica e Ati e divulgato alla stampa.

L'organismo, nel chiedere i verbali della seduta al fine di vagliare quanto riportato da Agrigentonotizie.it, annuncia di riservarsi di "intraprendere opportune iniziative a difesa dell'onorabilità e della credibilità della Consulta e delle singole associazioni che la compongono".  "Le iniziative pubbliche intraprese dalla scrivente - continuano - non abbiano mai insultato e offeso nessuno, né sono andate oltre le prerogative che lo statuto prevede. Risulta francamente imbarazzante la posizione del sindaco, se sarà confermata, essendo egli anche componente del direttivo di Ati. A tal proposito si sollecita una presa di posizione ufficiale da parte dei soggetti in indirizzo in riferimento alle resistenze a cedere le reti ad Aica da parte del comune di Palma di Montechiaro, alla proposta del medesimo sindaco di trasformare il consorzio Tre Sorgenti in un ente di sovrambito invece che promuoverne lo scioglimento in favore di Aica e al fatto che al 31 dicembre 2022 il comune di Palma aveva già accumulato un debito nei confronti di AICA di € 572.282,45 di acqua non pagata".

Secondo la consulta "non sorprende la reazione infastidita del sindaco in quanto le iniziative della Consulta hanno finora sollevato la necessità di apportare un tasso maggiore di legalità nella conduzione del servizio idrico, auspicando la rimozione delle numerose inadempienze, tra le quali quelle appena citate. Sorprendono invece - continua - le minacce esplicite di soppressione di voci scomode, la concezione rudimentale del confronto democratico, l'avversione per le voci disallineate, indipendenti e libere, il fastidio per le posizioni critiche ed informate, da eliminare o da ridimensionare riducendole al silenzio, o annacquandole".

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