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Lunedì, 29 Aprile 2024
Capitale della cultura 2025

Ecua, "illegittimo" il commissariamento per l'ex presidente: ma ha la "benedizione" del prefetto

Pubblicati i verbali dell'assemblea, dai quali si evince un "sostegno" da parte del rappresentante del Governo all'iniziativa: non è la prima volta che Filippo Romano interviene per facilitare la macchina organizzativa di Capitale della cultura

C'è anche la "benedizione" del prefetto di Agrigento sotto il profilo della correttezza delle procedure seguite per la nomina di un commissario dell'Ecua, fatta dall'asseblea dei soci, nonostante la ferma contrarietà e la denuncia di illegittimità sostenuta dall'ex presidente Nenè Mangiacavallo.

A svelarlo sono gli atti pubblicati da parte dell'università agrigentina della riunione dello scorso 1 febbraio durante la quale i soci dell'Empedocle consorzio universitario hanno nominato l'avvocato Toni Insalaco, già dirigente del Comune di Agrigento, nel ruolo di commissario con poteri "di rappresentanza del Consorzio universitario, vincolati allo scopo di intervenire nell'atto costitutivo della Fondazione di partecipazione Agrigento 2025". 

Una procedura questa, di cui si è integralmente fatto carico l'Assemblea dei soci - per quanto questi compiti non siano esplicitamente indicati nel regolamento dell'università - che aveva trovato la ferma resistenza (via mail) dell'ex presidente Nené Mangiacavallo. "Il sindaco del Comune di Agrigento - ha scritto - persiste nel voler, a tutti costi, porre in essere atti e fatti illegittimi che rischiano di porre le basi per far capitolare proprio la tanto agognata costituzione della Fondazione 'Agrigento Capitale 2025' o, comunque, di ritardarne la sua costituzione".

In particolare Mangiacavallo evidenziava dei fatti che, sulla carta, sono incontrovertibili, cioè che "l'Assemblea dei Soci, o una parte di essa, non hanno alcun potere o diritto di convocare l'assemblea, né nei termini ordinari, meno che mai nei termini ridotti per particolari motivi di urgenza indicati dallo statuto", dato che il diritto apparterebbe unicamente al presidente su richiesta dei soci.

In situazioni di vacatio come quella attuale, bisognerebbe rivolgersi alla Regione siciliana per la nomina di un nuovo presidente o di un commissario. Cosa che, pare, Schifani non farà al momento, impegnato come è a spegnere l'incendio incontrollato del centrodestra dopo la nomina dei manager.

La soluzione è stata quindi, in punta di diritto, agire sul "non esplicitamente vietato" compiendo un'azione chiaramente politica che ha un solo scopo: recuperare sei mesi di sostanziale inerzia.

L'azione dell'Assemblea, tuttavia, ha ricevuto un sostegno forse inatteso, ma non inedito. Si legge infatti che il segretario generale del comune di Agrigento ha chiesto un parere qualificato al prefetto di Agrigento Filippo Romano in merito alla nomina del commissario ottenendo "parere favorevole". Non è del resto la prima volta che il rappresentante del Governo entra in campo in vicende connesse a Capitale della cultura, con lo scopo di sbloccare le procedure che - incontrovertibilmente - sono certamente rallentate.

Quindi  "il presidente (cioè lo stesso sindaco ndr), vista l'urgenza di provvedere alla costituzione della fondazione di partecipazione 'Agrigento 2025'" propone la nomina di Insalaco che viene votata dai soci presenti, mettendo in moto una macchina che però si è già fermata in attesa di notizie - che al momento non arrivano - dal terzo socio fondatore, il Comune di Lampedusa e Linosa che, anche lui, dovrebbe votare la bozza di statuto per portare davanti ad un notaio - finalmente - le procedure di creazione della fondazione.

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