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Domenica, 28 Aprile 2024
L'emergenza

Le telecamere di “Mattino Cinque” a Bonamorone: cittadini assetati in coda alla fontana

L’acqua diventa un bene sempre più prezioso e lo stato di crisi sembra destinato a non risolversi in tempi brevi. L’affondo del Codacons: “Tutto sta accadendo nell’indifferenza di organizzazioni, associazioni e sindacati”

L’esasperazione degli agrigentini, con l’ormai emblematica scena dei bidoni da riempire alla fontana di Bonamorone, diventa oggetto di un servizio televisivo. Oggi, giovedì 21 marzo, è stato un primo giorno di primavera decisamente amaro per numerosi cittadini che hanno raccontato i loro disagi a “Mattino Cinque”, il programma di informazione e approfondimento su Canale 5. E’ andato in onda un servizio sulla crisi idrica ad Agrigento e sulle conseguenze della siccità che colpiscono la città dei templi, ormai assuefatta a turni di erogazione sempre più irregolari, o addirittura con ripetute interruzioni, che costringono al razionamento o all’approvvigionamento forzato con l’ormai tradizionale “pellegrinaggio” alla fontana di Bonamorone: un sito recentemente oggetto di restauro e valorizzato, un piccolo monumento che dovrebbe introdurre il visitatore alla scoperta di un paradiso archeologico chiamato Valle dei templi e che invece continua ad essere emblema della sete. 

Crisi idrica, l'attacco di Roberta Lala (Italia Viva): "Capitale della cultura? Sembra una gag"

L'inviata Flaminia Belfiore, durante la diretta da Bonamorone, è stata molto chiara: "Agrigento sarà Capitale della cultura nel 2025 - ha detto - ma ci domandiamo davvero che cultura, che civiltà potrebbe essere possibile quando poi c'è una cronica mancanza d'acqua. E si profila un'estate durissima". “Mattino Cinque” ha fatto anche riferimento a Caltanissetta, altro capoluogo di provincia duramente colpito dalla siccità, e ha ricordato che il presidente della Regione, Renato Schifani, il mese scorso aveva già dichiarato lo stato di calamità naturale.

Flaminia Belfiore con i suoi ospiti durante la diretta da Bonamorone

Il Codacons usa parole durissime per denunciare quanto sta accadendo ad Agrigento: “Aica - sostiene il responsabile regionale Giuseppe Di Rosa - è nata per migliorare il servizio idrico e diminuire le esose tariffe, ma stiamo assistendo all’esatto contrario con l’avallo della politica (i sindaci sono i titolari del servizio idrico), ossia un servizio più scadente e decisamente più costoso condito da assunzioni e promozioni. Il tutto nell’indifferenza dei cittadini (distratti volutamente da feste e festini) e con il silenzio di tante organizzazioni, associazioni e sindacati.

Oggi, a conferma delle nostre affermazioni, davanti agli occhi degli utenti del servizio idrico appare una situazione certamente diversa e ben più grave di quella ipotizzata dai presidenti di Aica e Ati, i sindaci Provvidenza e Gueli: gli aumenti delle bollette non sono stati del 6%, ma pari invece all’8,4% per l'anno 2022 e del 16,9% per l'anno 2023 rispetto alla tariffa dell'anno 2019, ossia quella, già elevatissima e molto contestata, elaborata da Girgenti Acque”.

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