Le telecamere di “Mattino Cinque” a Bonamorone: cittadini assetati in coda alla fontana
L’acqua diventa un bene sempre più prezioso e lo stato di crisi sembra destinato a non risolversi in tempi brevi. L’affondo del Codacons: “Tutto sta accadendo nell’indifferenza di organizzazioni, associazioni e sindacati”
L’esasperazione degli agrigentini, con l’ormai emblematica scena dei bidoni da riempire alla fontana di Bonamorone, diventa oggetto di un servizio televisivo. Oggi, giovedì 21 marzo, è stato un primo giorno di primavera decisamente amaro per numerosi cittadini che hanno raccontato i loro disagi a “Mattino Cinque”, il programma di informazione e approfondimento su Canale 5. E’ andato in onda un servizio sulla crisi idrica ad Agrigento e sulle conseguenze della siccità che colpiscono la città dei templi, ormai assuefatta a turni di erogazione sempre più irregolari, o addirittura con ripetute interruzioni, che costringono al razionamento o all’approvvigionamento forzato con l’ormai tradizionale “pellegrinaggio” alla fontana di Bonamorone: un sito recentemente oggetto di restauro e valorizzato, un piccolo monumento che dovrebbe introdurre il visitatore alla scoperta di un paradiso archeologico chiamato Valle dei templi e che invece continua ad essere emblema della sete.
Crisi idrica, l'attacco di Roberta Lala (Italia Viva): "Capitale della cultura? Sembra una gag"
L'inviata Flaminia Belfiore, durante la diretta da Bonamorone, è stata molto chiara: "Agrigento sarà Capitale della cultura nel 2025 - ha detto - ma ci domandiamo davvero che cultura, che civiltà potrebbe essere possibile quando poi c'è una cronica mancanza d'acqua. E si profila un'estate durissima". “Mattino Cinque” ha fatto anche riferimento a Caltanissetta, altro capoluogo di provincia duramente colpito dalla siccità, e ha ricordato che il presidente della Regione, Renato Schifani, il mese scorso aveva già dichiarato lo stato di calamità naturale.
Il Codacons usa parole durissime per denunciare quanto sta accadendo ad Agrigento: “Aica - sostiene il responsabile regionale Giuseppe Di Rosa - è nata per migliorare il servizio idrico e diminuire le esose tariffe, ma stiamo assistendo all’esatto contrario con l’avallo della politica (i sindaci sono i titolari del servizio idrico), ossia un servizio più scadente e decisamente più costoso condito da assunzioni e promozioni. Il tutto nell’indifferenza dei cittadini (distratti volutamente da feste e festini) e con il silenzio di tante organizzazioni, associazioni e sindacati.
Oggi, a conferma delle nostre affermazioni, davanti agli occhi degli utenti del servizio idrico appare una situazione certamente diversa e ben più grave di quella ipotizzata dai presidenti di Aica e Ati, i sindaci Provvidenza e Gueli: gli aumenti delle bollette non sono stati del 6%, ma pari invece all’8,4% per l'anno 2022 e del 16,9% per l'anno 2023 rispetto alla tariffa dell'anno 2019, ossia quella, già elevatissima e molto contestata, elaborata da Girgenti Acque”.