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Sabato, 27 Aprile 2024

L'inchiesta su "Alex", Mediterranea: "Chiara volontà politica di non darci altra possibilità"

I rappresentanti della Ong hanno replicato, punto su punto, alle dichiarazioni del ministro dell'Interno Matteo Salvini

"C'è stata una chiara volontà politica di non darci altra possibilità. La decisione di dirottarci a Malta era pura propaganda politica che voleva trattare le persone come sacchi di patate. Salvini voleva solo il nostro scalpo" - lo hanno detto, nel corso della conferenza stampa svoltasi all'ingresso di molo Favarolo a Lampedusa, la portavoce di Mediterranea Alessandra Sciurba e il capo missione Erasmo Palazzotto - .

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I rappresentanti della Ong Mediterranea hanno replicato, punto su punto, alle dichiarazioni del ministro dell'Interno Matteo Salvini sostenendo di avere subito accettato la proposta di portare i 59 migranti a Malta, purchè venissero rispettate le condizioni di sicurezza. "Ci è stato risposto - ha spiegato il capo missione Erasmo Palazzotto - che 7 di loro dovevano restare a bordo della nostra imbarcazione e che prima di entrare in acque territoriali maltesi sarebbe stato effettuato nuovamente il trasbordo di tutti i migranti sulla Alex, una barca che può navigare con un numero massimo di 18 persone costretta ad averne 70 in spregio a qualunque norma di sicurezza. Ci sono le telefonate e le mail con Mrcc di Malta e Roma che testimoniano tutto ciò. La verità è che siamo stati messi nelle condizioni di potere dire solo no".

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Il capo missione ha poi spiegato di avere preso la decisione di entrare in porto a Lampedusa quando ormai a bordo vi era una "emergenza sanitaria" e una situazione insostenibile dal punto di vista igienico, con gli unici due bagno fuori uso. "L'ingresso a Lampedusa è stato dovuto allo stato di emergenza sanitaria a bordo. Le convenzioni prevedono che le persone vengano portate nel porto sicuro più vicino, Lampedusa era il posto più vicino. Abbiamo detto sì ad andare a Malta - ha aggiunto Palazzotto - ma chiedevamo di mandarci incontro delle unità: non avevamo le condizioni di sicurezza per arrivare senza le motovedette, la disponibilità l'abbiamo data fino all'ultimo". A chi ha chiesto al capo missione se teme o meno di essere indagato, ha risposto: "Sono decisioni che spettano alla Procura". 

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