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Tornò da Pisa a piedi sotto le bombe, Poste italiane festeggia il centenario Gioacchino Maniscalco

Come lui stesso racconta, un raid rase al suolo la sua caserma. Nessuno si salvò. Lui e altri concittadini decisero di mettersi in cammino per tornare a Burgio, dove sarebbero arrivati dopo oltre 40 giorni di cammino

Un festeggiamento speciale, quello che si è tenuto ieri in onore di Gioacchino Maniscalco all’ufficio postale di Burgio. Una torta e un’accoglienza calorosa, così “Gli amici di Poste Italiane” hanno celebrato il centenario che tornò da Pisa sotto le bombe. Circondato dall’affetto della comunità burgitana e dalla famiglia, ad attenderlo Il direttore della sede di via Leone Paolo Colletti e tutto il personale. Scampato per miracolo a un bombardamento mentre era militare, Gioacchino scappò da Pisa e raggiunse a piedi la sua Burgio.

Come lui stesso racconta, mentre era in città, un raid rase al suolo la sua caserma. Nessuno si salvò. Così lui e altri concittadini decisero di mettersi in cammino per tornare a Burgio, dove sarebbero arrivati dopo oltre 40 giorni di cammino. Lungo il percorso, un uomo gli regalò 100 lire, con le quali Gioacchino comprò subito dei sigari che scambiò, in Calabria, per un po' di pane.  

Gioacchino è bisnonno, ha due figli, nipoti e quattro pronipoti di cui l’ultimo nato proprio a gennaio scorso: un riferimento per quattro generazioni con un intero secolo di storia famigliare. Una storia che ha attraversato anche le vite di molti burgitani, come sottolinea il direttore dell’ufficio postale che ama anche ricordare i momenti della propria adolescenza quando capitava che il signor Gioacchino lo accompagnasse a scuola.

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