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Venerdì, 26 Aprile 2024
Psicologia della Notizia

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A cura di Florinda Bruccoleri

Il primo giorno di scuola

Proviamo invece a chiedere ai nostri bambini o ragazzi cosa associano al mese di settembre; di certo risponderanno (un po' forse disgustati) che ri-inizia la Scuola...

Inizia settembre, il mese dopo agosto che sarà stato sicuramente ricco di vacanze, mare e relax. Settembre è il mese del ritorno alla routine lavorativa, cominciano le diete, i corsi in palestra e il cinema. Nelle vetrine dei negozi si cominciano a vedere colori scuri e maniche lunghe e la temperatura si fa più fresca. Questo è ciò che pensa la maggior parte di noi quando pensa al mese di settembre. Proviamo invece a chiedere ai nostri bambini o ragazzi cosa associano a questo mese; di certo risponderanno (un po’ forse disgustati) che ri-inizia la Scuola. 

Dalle notizie che affiorano viene dichiarato che sono circa 400 mila i piccoli italiani che a breve affronteranno uno dei momenti più temuti e attesi dell’infanzia, il primo giorno di scuola.

Si sa, il primo giorno di scuola in assoluto è il più ricco di ansie, angosce, stress e preoccupazioni. Chi si aggrappa alla mamma quasi supplicando di non lasciarlo, chi entra gioioso verso quei banchi che lo vedranno “studente” per tanto e tanto tempo ancora. Profili diversi si possono tracciare, anche solo pensando ognuno al nostro primo giorno da alunni. E da quell’attimo si iniziano a porre le basi per un lungo futuro, un passaggio obbligato alla crescita.

Esiste qualche strategia giusta per accompagnare i figli in questo cammino, rendendolo il meno doloroso e traumatico possibile? Una psicologa dell'università statunitense di Rochester, Melissa Sturge-Apple, ha studiato poco meno di 250 famiglie per capire se e quanto il tipo di relazioni familiari influenzi l'adattamento scolastico dei bambini delle elementari. Ed ha concluso che la famiglia conta parecchio nella capacità dei bimbi di ambientarsi in classe, superare i primi ostacoli, integrarsi con i compagni (fonte: ilcorriere.it).

L’ideale sarebbe una famiglia rassicurante, sempre pronta ad ascoltare ansie e paure dei propri piccoli non invadendo la loro intimità emotiva, intervenendo attivamente ma sempre con molto rispetto e poca intromissione. Ma purtroppo è sottile la linea che divide questo ideale di accoglienza dalla iperprotezione, e spesso si rischia di superarlo, considerando normale controllarli, essere ansiosi sul chissà come si troveranno a scuola da soli, coi nuovi compagni, lontani da casa. E così iniziano le avvertenze sullo stare attenti, sull’ubbidire alla maestra, si continua col fare domande costanti su cosa hanno fatto, sui compiti a casa, varcando la soglia di quello spazio emotivo che servirebbe, invece, al bambino per poter da solo elaborare le sue novità.

Ovvio che neppure minimizzare l’importanza di un tale evento è consono all’accompagnamento sereno di un bambino. La freddezza, la lucidità e la troppa razionalità non aiutano di certo i piccoli in un mondo che in quel momento per loro ha un grande carico emotivo. Per cui dire: “non preoccuparti, cosa vuoi che sia”…anche quello non rasserena sicuramente.
Ciò che potrebbe aiutare i propri figli ad affrontare con serenità questi attimi è sicuramente poter vedere nei loro genitori tanta tranquillità (ostentandola anche quando poi tanto tranquilli magari non si è!). Ma per i bambini è fondamentale poter scorgere nei visi dei loro genitori espressioni di serenità e fiducia che come uno specchio si rifletteranno poi nei loro stati d’animo.

Ovvio che esisteranno sempre attimi di finti mal di pancia, di capricci e di dispetti, perché non esiste nessuno di noi che non si è mai ribellato per un attimo alla scuola. Ma se paure sorgono sono di certo ansie di separazioni dalla casa, dalla mamma, considerati dai più piccoli luoghi più al sicuro dove potere stare beatamente. Talvolta la fobia della scuola può anche accentuarsi se il piccolo incappa in un'insegnante severa, o in un gruppo di coetanei che si impongono con la forza.

La paura della scuola è un percorso graduale e naturale, seppure spesso sofferto, che ogni bambino deve compiere per rendersi pian piano indipendente dall'ambiente domestico e per inserirsi a piccoli passi nella vita sociale. E tutti voi che state leggendo se siete stati o continuate ad essere studenti comprenderete appieno cosa vuol dire.

Dott.ssa Florinda Bruccoleri Psicologa, Psicoterapeuta analista transazionale,
Psicooncologa ed esperta in psicologia forense.
Sito web: www.florindabruccoleri.it

Il primo giorno di scuola

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