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Sabato, 27 Aprile 2024
Psicologia della Notizia

Psicologia della Notizia

A cura di Florinda Bruccoleri

Inventarsi il futuro

Vi sarà forse capitato (e se non vi è capitato lo leggete qui per la prima volta) di sentir parlare di start-up, una nuova generazione di imprese digitali che creano nuove applicazioni. I protagonisti sono spesso piccoli gruppi con poco capitale, ma un’idea brillante in tasca per realizzare progetti o servizi innovativi

Il 14 novembre scorso a Favara, Farm Cultural Park ha ospitato Riccardo Luna. Questa è la notizia, che potete leggervi comodamente in un altro spazio. Mentre su Google basta scrivere Riccardo Luna per conoscerne ed anche apprezzare la vita e l’impegno. Da quell’incontro nasce l’ispirazione di questo articolo, la voglia di parlare del futuro e dei giovani, ma non di quei giovani che parecchi probabilmente definiscono “sfigati da salvare”, “rassegnati senza speranza”, “senza fiducia in se stessi”, “senza futuro”, perché se c’è una cosa certa è che il mondo, la società, gli adulti non creano ai giovani la possibilità di costruirsi un futuro. È come continuare a raccontare ad un bambino che nelle favole vincono gli orchi, domani quel bambino non vorrà più letto quel libro. Allo stesso modo noi costantemente raccontiamo ai nostri giovani che non c’è futuro.

E quindi cosa succede? Succede che, se il futuro non promette niente si vive nell’assoluto presente senza guardare avanti. Se il mondo è indifferente nei loro confronti è chiaro che vivono più di notte che di giorno. E l’alcolismo o la droga, prima di essere un vizio o un eccesso, sono anestesie: un ‘non voler esserci’ (cit. Galimberti, professore ordinario di Filosofia della Storia e Psicologia generale all’università Ca’ Foscari di Venezia). 

Eppure oggi viviamo in un periodo ricco di mille opportunità, in cui il potenziale di internet (al di là dell’uso improprio che se ne fa spesso) è ormai una possibilità che prima non esisteva; in cui ci si può davvero inventare un futuro partendo da delle idee, da delle passioni, dalla voglia di non aspettare più qualcuno che risolva i problemi, ma agendo direttamente.

E così anche la crisi può diventare una opportunità per cambiare le cose, ma servono due ingredienti fondamentali: la passione e lo studio. La passione perché fa crescere il desiderio e il desiderio scatena l’applicazione, la voglia di fare, di immaginare altre soluzioni. La scuola, poi, è la cosa in assoluto più importante per stimolare l’amore per la conoscenza e la conoscenza è studio. 

Vi sarà forse capitato (e se non vi è capitato lo leggete qui per la prima volta) di sentir parlare di start-up, una nuova generazione di imprese digitali che creano nuove applicazioni. I protagonisti sono spesso piccoli gruppi con poco capitale, ma un’idea brillante in tasca per realizzare progetti o servizi innovativi.

Ovvio che senza le persone giuste si possono avere mille idee ma non si realizzerà mai nulla, ma aspettare e lamentarsi non ha più senso, vale la pena provare. Oggi ci si può davvero riappropriare del proprio futuro diventando protagonisti del proprio cambiamento e lasciandosi alle spalle mille promesse non rispettate. Esistono tantissimi talenti sprecati fuori dal governo e non corriamo il rischio di continuare a dire ai nostri figli “auspico”, “mi auguro”, “spero”. Queste sono parole inutili, da eliminare. Servono a consolare gli adulti e a non farli sentire in colpa per non aver saputo creare le premesse per dare ai figli un futuro (cit. Galimberti). 

Servono modelli di comportamento per fare in modo che i giovani non si annoino più ma si diano da fare. Gandhi diceva: “Siate il cambiamento che vorreste vedere nel mondo”. Riccardo Luna rinforza: “Perché quelli che vogliono cambiare il mondo non aspettano. Lo fanno!”. E io credo che con l’entusiasmo giusto oggi si può ripartire dal via. 

Dott.ssa Florinda Bruccoleri 
Psicologa, Psicoterapeuta analista transazionale,
Psicooncologa ed esperta in psicologia forense.
Sito web: www.florindabruccoleri.it

Inventarsi il futuro

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