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Lunedì, 29 Aprile 2024
L’anniversario / Lampedusa e Linosa

Eurodeputati a Lampedusa, Bartolo: "Dieci anni dopo quel 3 ottobre si continua a morire"

Benifei: "La nostra presenza è l’anticipazione di un impegno che porteremo avanti nelle prossime settimane perché vogliamo che il Patto sulla migrazione, di cui Bartolo è stato relatore per S&D venga portato fino in fondo: solidarietà europea, risorse e scelte coerenti con le necessità di territori di confine com’è Lampedusa, confine non d’Italia ma d’Europa”

Una delegazione di parlamentari europei di S&D e Renew Europe è in visita a Lampedusa. La delegazione è composta dai parlamentari italiani di S&D, Brando Benifei, capo delegazione Pd al Parlamento Europeo, e Pietro Bartolo assieme al socialista spagnolo Domenec Ruiz Devesa, al socialista olandese Thijs Reuten, alla portoghese Isabel Santos; e dalla liberale francese Fabienne Keller di Renew Europe. Ieri, gli eurodeputati hanno incontrato il sindaco Filippo Mannino e visitato l’hotspot di contrada Imbriacola dove sono stati accompagnati dalla viceprefetto Carmen Cosentino ed hanno potuto confrontarsi oltre che con alcuni migranti, con gli operatori della Croce Rossa, delle organizzazioni che prestano servizio all’interno dell’hotspot - Unhcr, Oim, agenzia europea dell’asilo, Save the Children - e con i rappresentanti di Frontex.

Al momento il centro ospita 198 persone, soprattutto bengalesi ed eritrei. Alcuni migranti bengalesi in attesa di identificazione hanno raccontato di essere arrivati prima in Libia e da lì essere stati "spostati" in Tunisia per intraprendere il viaggio verso l’Europa. Subito dopo, la delegazione ha incontrato alcuni imprenditori che hanno rappresentato i risvolti negativi che le situazioni di sovraffollamento come quella che si è verificata il 12 settembre, creano a chi lavora sull’Isola, soprattutto in ambito turistico.

“Ho voluto fortemente la presenza dei colleghi europei – dice Pietro Bartolo, per 30 anni medico di Lampedusa e responsabile delle prime visite ai migranti - per far toccare loro con mano gli umori e i bisogni dell’isola. In dieci anni, dalla strage del 3 ottobre, è cambiato poco: si continua a morire nel Mediterraneo e il naufragio di Lampedusa, purtroppo, non è rimasto isolato. Ho chiesto che la prossima settimana anche il Parlamento europeo, riunito a Strasburgo in plenaria, torni a parlare di quell’evento e delle politiche europee sull’immigrazione”. 

“Siamo qui per partecipare alle commemorazioni, ma anche per portare questioni sul tavolo europeo – ha aggiunto il capo delegazione PD al Parlamento Europeo, Brando Benifei - . La nostra presenza in questi giorni è l’anticipazione di un impegno che porteremo avanti nelle prossime settimane perché vogliamo che il Patto sulla migrazione, di cui Bartolo è stato relatore per S&D venga portato fino in fondo: solidarietà europea, risorse e scelte coerenti con le necessità di territori di confine com’è Lampedusa, confine non d’Italia ma d’Europa”. Gli eurodeputati S&D e Fabienne Keller di Renew Europe hanno ribadito il proprio impegno per avanzare in parlamento europeo la richiesta di “una fiscalità di vantaggio a favore dei lampedusani che in quanto isolani hanno già costi superiori rispetto al resto d’Italia". 

Durante il punto stampa, il capo delegazione italiano Brando Benifei e la socialista Isabel Santos hanno letto un messaggio del gruppo Sd al Parlamento Europeo scritto per il decennale della strage del 3 ottobre 2013 a Lampedusa nella quale morirono 368 persone. Questo il messaggio:

"Il gruppo dei Socialisti e Democratici non dimentica il tragico naufragio del 3 ottobre 2013 dove 368 persone persero la vita al largo del porto di Lampedusa. A dieci anni da questa tragedia umana, ci rammarichiamo che il dolore dell’intera Europa non si sia trasformato in una risposta collettiva in grado di evitare altre stragi. Nutriamo profondo dolore per le perdite di vite umane che continuano ad avvenire nel Mediterraneo dal 2013. Lavoriamo affinché da queste tragedie si possa finalmente trarre un insegnamento e ci battiamo per una risposta europea permanente ed efficace attraverso operazioni di ricerca e soccorso. Il modo migliore per evitare che stragi di questa portata continuino a verificarsi è garantire percorsi d’ingresso sicuri e legali e corridoi umanitari verso l’Unione Europea. Ora più che mai, è essenziale che l’Unione adotti un approccio umano al fenomeno migratorio e che insieme si arrivi a trovare un terreno comune per adottare soluzioni efficaci per salvare vite in mare".

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