“Pacem in terris”: la rassegna d’arte approda alla biblioteca Lucchesiana
Lunedì 28 agosto alle 18, nella sala monumentale della biblioteca Lucchesiana di agrigento in via Duomo, sarà presentata la rassegna d’arte “Pacem in terris - The Whellcome Trilogy e Marco 5,9”. L’evento è realizzato da Hosàytos editore, dalla biblioteca con la collaborazione di Roberto Sciarratta, direttore del Parco archeologico e paesaggistico Valle dei Templi di Agrigento, e da Cristina Angela Iacono, bibliotecaria e archivista.
Dopo l’introduzione di Angelo Chillura e i saluti di Roberto Sciarratta seguiranno gli interventi dell’avvocato Giuseppe Taibi, presidente della delegazione agrigentina del FAI – Delegazione di Agrigento, di Francesco Rizzo, presidente di Hosàytos e di Cristina Angela Iacono. Concluderà l’artista Giuseppe Miccichè, autore delle sculture.
Modererà e coordinerà l’incontro Beniamino Biondi, professore associato dell’Università di Catania.
A seguire inaugurazione della mostra bibliografica che sarà visitabile fino al 28 ottobre, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle 13 e il mercoledì dalle 15 alle 18.
“Whellcome” è una radicale denuncia socio-ambientale. Denuncia l’uomo e il suo atteggiamento non curante nei confronti di un pianeta allo stremo. Tutte le opere presentano un dissidio uomo-natura, espresso perlopiù con exaptation filogenetiche ed ontogenetiche. La premessa estetica preponderante è dunque la tecnica umana come vuoto principio. L’uomo, infatti, ingrato custode dell’eterna Babele, torna in questa trilogia a condannare la sua superbia senza vergogna. La mano, simbolo di operazioni complesse e consapevoli, attraverso le quali si sono potute manifestare le prime capacità creative peculiari dell’uomo, tornano come ultime ed escatologiche, tementi e tremanti nel ritrattarne l’origine.
”Marco 5,9” è fede assoluta, rivelatività di ogni irrelativo, nel presente; un presente che può essere presente a sé stesso solo se sapientemente vincolato alle sue geniture, utopistiche e non. La scultura non è trascrivibile in evi temporali, ma fa di sé stessa capacità soggettiva di leggere l’effimero come classicità della vita storica e delle sue multiformi espressioni di pensiero e di cultura. La scultura si pone nei riguardi del pensare come coscienza, come fede, come ragione soprannaturale, al di là della natura e della ragione naturale trascendendola: mascherare-personificare (πρ?σωπον) ciò che ragione non sa, ciò che ragione non è. La plasticità è trovata da diversi strati di materia. Sorge un volto indefinito che non distingue il fronte dal retro. La spiritualità è accentuata allegoricamente da soluzioni cromatiche. La maschera è strumento di inganno. Il soggetto, la terribile legione evangelica, non demonizza la ragione. Senza negarla agisce in essa, affonda le sue radici in essa, elaborandola, trasformandola, elevandola, assimilandola sempre più in modo tale da rendere tenue il contrasto, colmando lacune a prima vista insormontabili, tra i due ordini di verità.