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Sabato, 27 Aprile 2024
L'allarme

Ipotesi privatizzazione di Poste, l'allarme dei sindacati: "In Sicilia ci sarebbero conseguenze per l'occupazione"

L'eventuale vendita di un'ulteriore quota del pacchetto azionario preoccupa anche i consiglieri comunali. Presentato un ordine del giorno. "Scelta dannosa per l'intera collettività"

Poste Italiane è uno dei principali datori di lavoro in Sicilia, con circa 9.500 dipendenti. La privatizzazione potrebbe portare a una riduzione degli organici, con gravi conseguenze per l'occupazione e l'economia regionale". La Cisl, in una nota congiunta del segretario della Slp Maurizio Affatigato e del segretario confederale Sebastiano Cappuccio, lancia l'allarme sulle ripercussioni che potrebbe avere l'eventuale vendita a privati - annuciata dal governo - di un'ulteriore quota del pacchetto azionario di Poste Italiane.

"L'attuale assetto societario del gruppo Poste Italiane prevede il 65% della proprietà in mano pubblica, suddiviso tra le quote societarie in capo al Mef (30%) e le restanti in possesso di Cassa depositi e prestiti. La vendita, seppur non fosse in grado di determinare da sola il passaggio della proprietà dal pubblico al privato, determinerebbe comunque una significativa riduzione del controllo pubblico e una maggiore esposizione dell'azienda a interessi privati".

"In Sicilia - sottolineano i segretari regionali della Cisl - Poste Italiane rappresenta un presidio essenziale per il territorio e per la popolazione, soprattutto per le fasce più deboli e marginali. La presenza capillare di uffici postali e di sportelli Atm, la diffusione di servizi finanziari e assicurativi, la consegna della corrispondenza e dei pacchi, sono solo alcuni dei servizi che Poste Italiane offre quotidianamente ai cittadini siciliani. Una privatizzazione di Poste Italiane avrebbe conseguenze negative per la Sicilia, in termini di perdita di posti di lavoro, riduzione dei servizi offerti e aumento dei costi".

"Per questi motivi, nella convinzione che sia necessario scongiurare questa scelta, che sarebbe dannosa per l'intera collettività siciliana - concludono Affatigato e Cappuccio - richiediamo al presidente della Regione, Renato Schifani, un incontro urgente per discutere di questo tema". Anche il Consiglio comunale si è mobilitato: il vicepresidente Giuseppe Mancuso, con il sostegno del gruppo Lavoriamo per Palermo, ha presentato un ordine del giorno che impegna il sindaco Roberto Lagalla ad intervenire (assieme al governatore regionale) "al fine di scongiurare la scelta di privatizzare Poste Italiane", in quanto "sarebbe dannosa per l'intera collettività siciliana".

"Da dipendente di Poste Italiane e da rappresentante dei cittadini in Consiglio - dice il capogruppo della Dc, Domenico Bonanno - non posso che guardare con grande attenzione e preoccupazione al programma di ulteriore privatizzazione che rischia di coinvolgere la più grande azienda italiana. Raccolgo quotidianamente i timori dei colleghi ma anche dei rappresentanti sindacali che lamentano i rischi di un piano di privatizzazione calato dall’alto senza essere stati preventivamente ascoltati. Come forza politica siamo stati i primi ad opporci con ferma contrarietà a questa decisione del governo nazionale e stiamo lavorando per portare sui tavoli istituzioni il problema, continuerò a battermi in ogni sede affinché non si proceda con alcuna ulteriore cessione di quote societarie nell’interesse dell’azienda, dei lavoratori e dei cittadini". 

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