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Domenica, 28 Aprile 2024
Economia

Covid e danni alle imprese, l’allarme di Confcommercio: nel 2021 crescita inesistente

Il presidente provinciale Giuseppe Caruana: “Staticità e regressione in alcuni settori fondamentali, soprattutto nella ristorazione"

Anche il 2021, per i commercianti agrigentini, è stato un anno da dimenticare. Non che ci si aspettasse un risultato diverso, ma ora la fotografia economica scattata da Confcommercio lo conferma in modo ancora più concreto ed inequivocabile. Nel 2021 in Sicilia, nel complessivo, il tasso di crescita delle imprese è salito del 1,63%, ma nella provincia di Agrigento si registra una crescita pressochè inesistente: solo un +1,37%.

Sono 444 i negozi chiusi negli ultimi due anni per quanto riguarda il commercio sua al dettaglio, che all'ingrosso, la ristorazione e i servizi alla persona. I dati arrivano da Confcommercio Agrigento tramite il presidente provinciale Giuseppe Caruana. “Purtroppo dobbiamo constataresStaticità e regressione in alcuni settori fondamentali che hanno da sempre trainato l'economia agrigentina. Una crisi che colpisce laddove troppe volte le saracinesche sono state abbassate a causa dell’emergenza Covid: il commercio al dettaglio, all'ingrosso e la ristorazione sono i settori più colpiti e le difficoltà si ripercuotono, giocoforza, su tutto il tessuto economico. Ciò si evince in base ai dati elaborati dall’ufficio statistica di Unioncamere Sicilia, sulle rilevazioni effettuate da Movimprese e relativi agli anni 2020 e 2021, ovvero al secondo anno dell’era della pandemia.

Una situazione dalla quale emergono due condizioni negative: un sostanziale immobilismo e una generale recessione che fa da traino alla desertificazione in atto nei centri abitati. Condizioni - continua Caruana- che erano già conosciute come croniche nel nostro territorio, alle quali l’emergenza Covid ha dato ulteriore accelerazione. A questo si aggiunge una profonda crisi del sistema camerale, con le recenti scelte ancora una volta subite e non condivise con gli operatori, che vanno a totale danno delle imprese.
Inoltre,  siamo di fronte ad una impennata dell'inflazione con materie prime più che raddoppiate in quasi tutti i settori, oltre al costo dell'energia che è già diventato un problema all'interno delle aziende che rischiano la chiusura per questa negativa evoluzione dei costi a sostenere".

Il resoconto impietoso illustrato da Caruana arriva in un momento cruciale, alla fine di gennaio quando le nuove regole per i negozi al dettaglio sono dietro l'angolo: dal primo febbraio, infatti, per accedere sarà necessario il green pass base. Ma è giusto chiarire, come puntualizzato dallo stesso Caruana, che i titolari del negozi non sono tenuti a controllare tutti i clienti all'ingresso o all'interno dell'attività. E' sufficiente infatti che vengano effettuate delle verifiche a campione. Lo puntualizza una delle FAQ del Governo dello scorso 26 gennaio in cui si legge, appunto, che "I titolari degli esercizi per i quali è richiesto il green pass base non devono effettuare necessariamente i controlli sul possesso del green pass base all’ingresso, ma possono svolgerli a campione successivamente all’ingresso della clientela nei locali".

“Bisogna reagire - conclude Caruana - ed unire le forze a tutti i livelli di governance per individuare strategie comuni che aiutino il sistema a riprendere un cammino virtuoso. Siamo pronti a fare la nostra parte e all'interno della nostra associazione lo facciamo ogni giorno. Ma da soli non possiamo dare tutte le risposte che il mondo delle imprese chiede da troppo tempo e di cui adesso ha necessità impellente".

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