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L'ultima trovata di Pino Cuttaia: il cannolo di melanzane

La forma è quella dello storico dessert, mentre il contenuto ricorda la pasta alla Norma. Ecco come si prepara uno dei migliori piatti dello chef stellato; una variazione sul tema dei classici siciliani

Tradizionalmente dolce, il cannolo si esprime bene anche in varianti particolari e alternative, come quella 100% vegana. Una preparazione antica, che nel nome fa riferimento infatti esclusivamente alla forma, lasciando i cuochi liberi di sperimentare. Da uno dei migliori interpreti della cucina siciliana ne arriva una versione che è diventata già un piccolo classico: il cannolo di melanzane in pasta croccante di Pino Cuttaia, in carta da anni al suo ristorante La Madia a Licata, in provincia di Agrigento.

Chef Pino Cuttaia

La ricetta del cannolo di melanzane in pasta croccante di Pino Cuttaia

In questo video di AcadèmiaTV lo chef racconta l’idea di base del piatto, una rielaborazione — con altre forme — di un piatto tipico della cucina messinese. Parliamo della doppietta di melanzane, un timballo di pasta condita al pomodoro e formaggio, racchiusa da fettine di melanzana fritte. Gli stessi sapori e profumi della Norma, un altro amatissimo primo a base di pasta, pomodoro, melanzane e ricotta.

La preparazione del cannolo di capellini e melanzane di Pino Cuttaia

Per il suo cannolo croccante Cuttaia usa melanzane perline, in parte tagliate a metà e fritte, pronte per la farcitura, e in parte a dadini. Frullate insieme a ricotta e tuorlo d’uovo, danno una crema che serve per riempire la prima parte dell’ortaggio, ben dorata. Contestualmente cuoce i capellini d’angelo in acqua e zafferano, per accentuarne il colore, li scola e poi li impiega per avvolgere la melanzana ripiena, precedentemente abbattuta per prendere consistenza.

Il cannolo di melanzane di Pino Cuttaia finito

L’ultimo passaggio prevede la gratinatura al forno, prima di sistemare il cannolo croccante su un piatto e finirlo con sugo di pomodoro, olio al basilico e qualche fogliolina fresca. Ma c’è un altro tocco fondamentale: una generosa grattugiata di formaggio ragusano che, in questo caso, fa le veci dello zucchero a velo.

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