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Domenica, 28 Aprile 2024
Ennesimo riconoscimento / Licata

I migliori ristoranti d’Italia secondo la guida Gambero rosso: c’è anche “La Madia”

Dopo il cosiddetto “anno zero” del periodo pandemico, l’autorevole pubblicazione torna a dare voti e classifiche: la cucina di Pino Cuttaia lascia il segno ancora una volta

Due giorni fa è stata pubblicata la nuova edizione della guida Gambero Rosso che segnala i migliori ristoranti d’Italia per l’anno 2024. In Sicilia spicca il ristorante “La Madia” di Pino Cuttaia che si trova a Licata. Ennesimo riconoscimento per lo chef, la sua cucina e più in generale per il suo format che propone da oltre un ventennio: ha lasciato ancora una volta il segno al termine di una ricognizione su scala regionale e poi nazionale.

Dopo il cosiddetto “anno zero” del periodo pandemico, la guida è tornata a dare voti e classifiche: un totale di 2.485 indirizzi sparsi in tutto lo Stivale con 324 novità fra ristoranti, trattorie, wine bar, bistrot cucina internazionale, bistrot e birrerie. 

“Ho più di 50 anni, tre figli e un ristorante - scrive Pino Cuttaia nella presentazione del suo progetto - che ho aperto a Licata insieme a mia moglie Loredana nel 2000. Qui ho ottenuto la prima stella Michelin nel 2006 e la seconda nel 2009. Sono nato a Licata, ma la storia della mia famiglia mi ha portato al nord, in Piemonte. Ho vissuto a Torino, dove ho studiato e lavorato in fabbrica. In quegli anni la cucina per me è stato un diletto sottile, poi il mio hobby è diventato mestiere: dopo tanto tempo trascorso nelle cucine di diversi e rinomati ristoranti, tra cui ‘Il Sorris’" a Soriso (Novara) e ‘Il Patio’ a Pollone (Biella), sono ritornato nella mia terra, in Sicilia.

Qui è avvenuto il miracolo: la precisione nel lavoro, che avevo imparato ad apprezzare al nord, ha incontrato e riscoperto il calore, la passione, le materie prime e le ricette della mia infanzia siciliana. Da questo incontro è nata la mia idea di cucina: una cucina in cui reinventare i ricordi, trasformandoli in piatti perfetti per celebrare stagioni e simboli della storia gastronomica della mia gente. Una cucina della memoria che ha riscosso, con mia grande soddisfazione, riconoscimenti unanimi di critica e di pubblico“.

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