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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Spaccio di cocaina a Palermo, fra i "clienti" un giudice in servizio ad Agrigento?

Emergerebbe da una intercettazione telefonica dello scorso 3 febbraio che il magistrato sarebbe stato fra i potenziali, presunti, acquirenti - ben 580 quelli "censiti", ma si parla di circa 700 persone - dei 5 pusher arrestati

Vi sarebbe un giudice, a quanto pare in servizio ad Agrigento, fra i potenziali, presunti, clienti - ben 580 quelli "censiti", ma si parla di circa 700 persone - dei cinque pusher che sono stati arrestati, martedì, dalla Squadra Mobile di Palermo, nell'ambito dell'operazione "H24". Emergerebbe, anche questo, dalle intercettazioni telefoniche.

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L'intercettazione è quella del 3 febbraio scorso, alle 24,24. A squillare, allora, fu il cellulare di Antonio Di Betta, 26 anni, - uno dei cinque presunti pusher arrestati - . I poliziotti seguivano Di Betta per assistere alla cessione della cocaina. E quando gli agenti sono intervenuti - nelle vicinanze di un pub a pochi passi da via Libertà - ed hanno bloccato Di Betta, l'uomo avrebbe avuto 25 dosi di "coca" in tasca. Il presunto cliente, invece, non aveva niente addosso. Dalla tasca avrebbe però tirato fuori un tesserino: "Sono un giudice..."

Il giudice non rischia nulla. Nemmeno - non essendo stato trovato in possesso di droga - una segnalazione amministrativa in Prefettura. Il suo nominativo è, però, finito nell'elenco dei tanti clienti della "Palermo bene" dei pusher: avvocati, ristoratori, psicologi, assistenti di volo, ed un carabiniere. Elenco che - stando a quanto emerge dall'inchiesta - è in mano alla sezione Narcotici della Squadra Mobile di Palermo.

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L'intercettazione telefonica precedente al presunto incontro e l'episodio dell'incontro stesso non sono confluiti nelle pagine dell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip Guglielmo Nicastro su richiesta del Pm Maurizio Agnello. "Da vertigine i numeri emersi, nell'arco di due mesi di indagine: oltre 35 mila telefonate e circa 700 potenziali clienti contattati" - hanno ricordato gli inquirenti. Il complicato calcolo della cocaina smerciata da entrambi i gruppi, sulla base del numero medio di consegne giornaliere, calcolato al minimo assoluto in circa 60 grammi al giorno, raddoppiato nei weekend, "lascia raggiungere complessivamente i quantitativi di due chili di cocaina smerciata che ha mosso un ingente volume d'affari, pari a circa 300 mila euro".

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