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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Sciacca

Morì per edema polmonare acuto, chiesti oltre 700 mila euro in appello

Il tribunale del capoluogo aveva già rigettato la domanda risarcitoria. L'Asp ha deciso di costituirsi in giudizio per evitare la riforma della sentenza di primo grado

Morì – era il 12 settembre del 2012 - per edema polmonare acuto. Ritenendo errate le cure praticate dai sanitari in servizio all’unità operativa di Terapia intensiva cardiologica del presidio ospedaliero di Sciacca, i familiari della donna – attraverso l’avvocato Gianluca Alaia – hanno citato l’azienda sanitaria provinciale di Agrigento per ottenere un risarcimento danni che è stato quantificato in 705.490 euro. Risarcimento danni per responsabilità da colpa medica.

Il tribunale di Agrigento ha già rigettato la domanda risarcitoria ed ha condannato i familiari della donna deceduta al pagamento delle spese processuali. A fine dello scorso febbraio, all’Asp è arrivata una nuova citazione da parte degli eredi. Questa volta in appello. I familiari della donna deceduta chiedono l’integrale riforma della sentenza di primo grado e dunque la condanna dell’azienda sanitaria provinciale di Agrigento al pagamento del risarcimento danni già quantificato o alla maggiore  o minore somma che sarà stabilita nel corso del giudizio. L’Asp, esattamente per come è avvenuto in primo grado, non ci sta a pagare e “per sostenere la correttezza dell’operato e ottenere il rigetto delle pretese formulate anche in appello” – scrivono -, è stato deciso di conferire l’incarico di difesa e rappresentanza ad un legale esterno all’ente. Di fatto, dunque, l’azienda sanitaria provinciale di Agrigento si costituirà in appello. 

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