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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

"Scavi clandestini e una holding criminale che gestiva il traffico di beni archeologici": arrestati 6 agrigentini

Le indagini, avviate nel 2014, hanno permesso di recuperare oltre 3.000 reperti per un valore superiore ai 20 milioni di euro. A finire nei guai sono state - per la provincia - persone di Favara, Campobello di Licata e Ravanusa

Ci sono anche sei agrigentini - quattro persone di Ravanusa, una di Campobello di Licata e una di Favara - fra i destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del tribunale di Caltanissetta nei confronti di complessive 23 persone. La maxi operazione è stata realizzata - dai carabinieri del comando Tutela patrimonio Culturale con il coordinamento di Europol ed Eurojust - fra l'Italia, il Regno Unito, la Germania e la Spagna. Al centro delle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica nissena, le attività di una holding criminale transnazionale che, da anni, gestiva un ingente traffico di beni archeologici provento di scavi clandestini in Sicilia e destinati all’illecita esportazione all’estero.

IL VIDEO. Eseguite perquisizioni per cercare i reperti rubati 

Le indagini, avviate nel 2014 dal nucleo Tutela patrimonio culturale di Palermo in collaborazione con il nucleo Investigativo del comando provinciale di Caltanissetta, hanno permesso di recuperare oltre 3.000 reperti archeologici - vasi, statuette, anfore, monete risalenti all'epoca greco-romana - per un valore superiore ai 20 milioni di euro. L'inchiesta è partita dopo che sono stati scoperti scavi clandestini nel territorio di Riesi. I primi accertamenti hanno consentito di verificare - è stato ricostruito da carabinieri e Procura di Caltanissetta - che non si trattava di una vicenda isolata, ma riconducibile ad un fenomeno di sistematica aggressione al patrimonio archeologico siciliano. L’attività investigativa ha avuto, dunque, come obiettivo quello di risalire fino ai vertici dell’archeotraffico. 

Blitz "Demetra" su scavi e traffico di reperti

Gli agrigentini finiti in carcere sono: Matteo Bello, 61 anni; Luigi Giuseppe Grisafi, 64 anni; Calogero Ninotta, 39 anni; Gaetano Romano, 58 anni, tutti di Ravanusa. In carcere anche Francesco Giordano, 71 anni, di Campobello di Licata. Agli arresti domiciliari, invece, è stato posto Calogero Stagno, 51 anni, di Favara. 

L'operazione è stata denominata "Demetra". I 23 coinvolti sono indagati, a vario titolo, per associazione a delinquere transnazionale dedita al traffico di reperti archeologici provento di scavi clandestini in Sicilia. Sono stati eseguiti anche tre mandati d'arresto europeo a Londra, Barcellona e Ehingen.

A capo della presunta organizzazione - secondo l'accusa - vi sarebbe stato Francesco Lucerna, detto "zu Gino", 76 anni, originario di Riesi, nel Nisseno. A lui "faceva riferimento - scrivono i carabinieri del nucleo Tutela patrimonio culturale di Palermo - un articolato sodalizio criminale che, da decenni, operava un sistematico saccheggio di aree archeologiche Nissene e Agrigentine, destinando i reperti a facoltosi collezionisti nel Nord Italia, consapevoli della provenienza illecita dei beni. Il gruppo disponeva anche di falsari, con laboratori individuati nella provincia Catanese".

L'inchiesta ha avuto, ben presto, "respiro" internazionale. "Veniva accertato che soggetti riesini e gelesi risultavano in collegamento con una holding criminale transnazionale guidata dal mercante d’arte londinese William Thomas Veres - prosegue la ricostruzione ufficiale del nucleo Tutela patrimonio culturale di Palermo - . Grazie ad una complessa rete logistico-operativa estesa tra l’Italia, la Spagna e la Germania, l’organizzazione era in grado di trafficare considerevoli quantitativi di beni archeologici siciliani. I reperti, provento di scavi clandestini, venivano presi in consegna dai referenti locali dell’organizzazione e, quindi, affidati a 'corrieri' che li esportavano clandestinamente in Germania. Giunti a destinazione, venivano 'ripuliti' attraverso fittizie attestazioni di provenienza ed immessi nel mercato legittimo dell’arte, attraverso case d’asta operanti a Monaco di Baviera. Per aumentare ulteriormente i profitti, anche questa organizzazione disponeva di falsari, la cui base logistica è stata individuata a Riesi. In tale ambito, sono stati arrestati, in esecuzione di mandato di arresto europeo: William Thomas Veres 64 anni, residente a Londra; Andrea Palma, 36 anni, originario di Campobasso, residente a Barcellona; e Rocco Mondello, 61 anni, originario di Gela, residente a Ehingen".

L’operazione portata a termine costituisce un importante segnale di risposta dello Stato al fenomeno criminale del traffico internazionale illecito di beni archeologici. La Sicilia, particolarmente ricca di vestigia del passato, è oggetto di un incessante ed intenso saccheggio di reperti destinati al mercato clandestino dei beni d’arte. Fondamentale, in tal senso, è stata l’attività di cooperazione internazionale giudiziaria e di polizia che ha permesso di ricostruire l’intera filiera del traffico anche oltre i confini nazionali. 

Per quanto concerne il territorio nazionale, i soggetti destinatari di custodia cautelare in carcere sono: 
•    LUCERNA Francesco, detto“Zu Gino”,76 anni di Riesi (CL);
•    BELLO Matteo, 61 anni, di Ravanusa (AG); 
•    GIORDANO Francesco, 71 anni, di Campobello di Licata (AG); 
•    GRIFASI Luigi Giuseppe, 64 anni, di Ravanusa (AG); 
•    NINOTTA Calogero, 39 anni, di Ravanusa (AG);
•    ROMANO Gaetano, 58 anni, di Ravanusa (AG);
•    PATERMO Gaetano, 63 anni, di Riesi (CL); 
•    SIGNORELLO Palmino Pietro, 66 anni, di Belpasso (CT).
Arresti domiciliari per: 
•    BERTAGGIA Valter, 70 anni, di Collegno (TO); 
•    LUCERNA Giovanni, 49 anni, di Torino;
•    LUCERNA Maria Debora, 55 anni, di Torino; 
•    PAPPALARDO Salvatore, 75 anni, di Misterbianco (CT); 
•    STAGNO Calogero, 51 anni, di Favara (AG);
•    SIGNORELLO Luigi, 34 anni, di Belpasso (CT); 
•    LACROCE Luigi, 62 anni, di Strongoli (KR).
Obbligo di presentazione alla P.G. per: 
•    G. S., 38 anni, di Paternò (CT);
•    L. S., 63 anni, di Adrano (CT);
•    P. A.A., 57 anni, di Paternò (CT);
•    R. W. A, di 70 anni, di Albiano D’Ivrea (TO); 
•    B. F., 82 anni, di Centuripe (EN). 


 

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