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Lunedì, 29 Aprile 2024
Infrastrutture / Porto Empedocle

Snam al lavoro su nuovo maxi gasdotto: servirà al rigassificatore?

La domanda se la rivolgono i comitati contro la realizzazione dell'opera: la nuova rete attraverserà le province di Agrigento e Caltanissetta

Al momento c'è solo l'annuncio della richiesta di Via, la valutazione di impatto ambientale, ma gli interrogativi che si pongono sullo scopo finale del nuovo progetto avanzato da parte della società Snam rete gas del rifacimento della derivazione per Porto Empedocle di un gasdotto che attraverserà le province di Agrigento e Caltanissetta sono tanti.

Non sull'opera in sè, ovviamente, ma sullo scopo effettivo della stessa, dato che, appunto, un gasdotto consente il trasporto di gas che dovrebbe essere prodotto nella città marinara raggiungendo da lì numerose derivazioni che sono state già richieste. Ma prodotto da chi?

Questo è quanto si chiedono i cittadini e, soprattutto, i vari esponenti dei movimenti contro il rigassificatore di Porto Empedocle, opera della quale non si parla più nel dibattito pubblico ma che parrebbe non ancora del tutto tramontata.

Di certo l'avvio di questa nuova procedura non potrà che portare ad un riaccendersi del dibattito, soprattutto dato che i movimenti per il "no" all'opera guardano con comprensibile preoccupazione ogni intervento infrastrutturale che riguardi il settore energetico e coinvolga il territorio agrigentino. 

Snam, per quanto riguarda il gasdotto, nella propria relazione sostiene che "la tipologia dell’opera e le caratteristiche del territorio interessato, fanno sì che l’impatto risulti contenuto entro livelli mediamente bassi o trascurabili per la gran parte dei tracciati per ogni componente ambientale interessata dall’opera. Solo in corrispondenza di alcune aree con un grado di naturalità più alto, durante la fase di cantiere, in assenza di soluzioni progettuali che permettano di mantenere l’impatto più contenuto, è possibile stimare un livello di impatto medio".

Al termine degli interventi, garantisce la società, "i segni della presenza dell’opera nel territorio scompaiono rapidamente con la ripresa delle attività agricole e con la ricostituzione del soprassuolo vegetale".

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