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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Ribera

"Caporalato e sfruttamento del lavoro", revocato l'obbligo di dimora a un indagato

Il quarantatreenne aveva patteggiato la pena a tre anni di reclusione

Prima ha lasciato i domiciliari e adesso il giudice Alberto Davico ha disposto la revoca anche dell’obbligo di dimora per Giuseppe Catanzaro, di 43 anni, di Ribera, che aveva patteggiato la pena di 3 anni di reclusione, accusato di avere condotto, assieme a un altro riberese, in un appezzamento di terreno, cinque nordafricani, tutti irregolari, che sono stati denunciati per ingresso e soggiorno illegale nel territorio della Stato. Lo riporta oggi il Giornale di Sicilia. Dopo sei mesi di arresti domiciliari era stata la Procura a chiedere la revoca della misura cautelare per Giuseppe Catanzaro e la sostituzione con l’obbligo di dimora, disposto dal giudice. Adesso, su istanza dei difensori, gli avvocati Massimo Ragusa e Antonino Tornambè, il giudice ha revocato anche questa misura. È libero già da tempo, sottoposto soltanto all’obbligo di presentazione, la domenica, alla polizia giudiziaria, anche l’altro riberese che era stato posto ai domiciliari nell’ambito della stessa vicenda, Ubaldo Schifani, di 57 anni, condannato, in abbreviato, a 3 anni e 4 mesi.

I due erano accusati di caporalato con tre capi d’imputazione a loro carico: intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, furto aggravato e impiego di manodopera irregolare. Al momento dell’arrivo dei carabinieri di Sciacca nei poderi di un’azienda agricola di Ribera alcuni operai che erano intenti a lavorare, alla vista delle uniformi, hanno cercato di sottrarsi al controllo dandosi alla fuga tra i campi. In particolare, in un fondo coltivato ad ulivi, stavano lavorando i cinque giovani stranieri non comunitari, che sarebbero stati reclutati, la mattina presto, dai due riberesi indagati. Gli extracomunitari avevano già raccolto parecchi sacchi pieni di olive, circa 3 quintali, pronte per essere portate al frantoio per la molitura. Catanzaro ha risarcito il danno, 2500 euro, e al proprietario sono andate anche 800 euro per la vendita delle olive che si è trovato già raccolte. A quanto pare la raccolta delle olive sarebbe andata avanti da quattro giorni e poi è stata interrotta dai carabinieri. 
 

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