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Martedì, 30 Aprile 2024
Tribunale

Calci e pugni in testa per rapinarlo di 1.400 euro dopo avere bevuto una birra assieme? Prosciolti i due imputati

Un 43enne aveva denunciato di essere stato brutalmente picchiato e derubato dei soldi che teneva in tasca da un amico e un conoscente ma il giudice rigetta la richiesta della procura di disporre il rinvio a giudizio: "Non c'è una ragionevole previsione di condanna"

Picchiato con calci e pugni in testa e rapinato di 1.400 euro che teneva all'interno del portafogli da un conoscente e due amici di quest'ultimo con cui, poco prima, aveva preso una birra in un locale di piazza San Francesco. Il giudice proscioglie i due imputati, che hanno negato qualsiasi coinvolgimento nella vicenda negando di essere loro gli autori dell'aggressione, perché "manca la ragionevole previsione di condanna". 

Sotto accusa, per le ipotesi di reato di rapina aggravata e lesioni aggravate, Nizar Harrabi, 35 anni, originario della Libia e e Labe Diallo, 23 anni, della Guinea. 

La presunta vittima - un 43enne tunisino - aveva raccontato di essere caduto in un tranello dopo che, assieme ai due imputati e alla fidanzata di uno di loro, avevano bevuto una birra assieme in un locale di piazza San Francesco. L'episodio risale al 30 ottobre del 2021. Subito dopo, sempre secondo la sua versione, gli avrebbero dato appuntamento nella vicina panineria di piazza Ravanusella per mangiare assieme qualcosa.

Lì, invece, gli sarebbe stato teso un agguato e peraltro il furgoncino adibito alla vendita di panini era chiuso e non c'era alcun testimone. Il 43enne sarebbe stato picchiato selvaggiamente dai tre con calci e pugni in testa. Harrabi, il solo di cui sostiene di conoscere il nome, secondo quanto denunciato ai carabinieri, quando era finito a terra dolorante, gli avrebbe preso il portafogli sottraendo i 1400 euro che conteneva e ributtandolo a terra.

L'uomo aveva giustificato il possesso del denaro contante con la sua attività di commerciante di merce usata. I carabinieri, raccolta la denuncia, hanno pure chiesto al Comune di Agrigento se vi fossero telecamere di sicurezza nella zona ma la piazza ne era sprovvista. I militari hanno, quindi, identificato i due uomini e il pubblico ministero Cecilia Baravelli, concluse le indagini, ha chiesto il rinvio a giudizio.

Il giudice per l'udienza preliminare Micaela Raimondo, tuttavia - come chiesto dai difensori degli imputati, gli avvocati Leonardo Marino e Angelo Asaro, che volevano pure sentire in aula la vittima -, ha emesso una sentenza di non luogo a procedere. 

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