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Lunedì, 29 Aprile 2024
Corte di assise / Raffadali

Pensionato ucciso a colpi di pistola, ex capo della Mobile in aula: "Il primo movente fu passionale"

Il funzionario della Questura è stato ascoltato al processo per l'omicidio di Pasquale Mangione in cui è imputato il 45enne Roberto Lampasona. "Abbiamo interrogato i familiari ed è emersa subito questa pista"

"Le prime battute dell'inchiesta ci hanno subito indirizzato sulla pista passionale ovvero sulle molestie che la vittima avrebbe indirizzato a numerose donne del paese. Furono gli stessi familiari, interrogati nell'immediatezza, a riferircelo". L'ex dirigente della squadra mobile di Agrigento, Alfonso Iadevaia, ha risposto così in aula al processo per l'omicidio del pensionato di Raffadali Pasquale Mangione in cui è imputato Roberto Lampasona, 45 anni di Santa Elisabetta. 

Il delitto del sessantanovenne è avvenuto in contrada Modaccamo, strada di campagna fra Raffadali e Cianciana, il 2 dicembre del 2011. A svelare i retroscena della vicenda era stato Antonino Mangione che si è autoaccusato di avere organizzato l'omicidio tirando in ballo uno dei figli della vittima, in un primo momento indagato con l'accusa di essere stato il mandante prima di venire scagionato. 

"Mi chiese se potevo organizzare l'omicidio del padre, era diventato un fastidio per lui perché andava in giro a molestare donne in paese. Mi diede 5mila euro che spartimmo con Roberto Lampasona e Angelo D'Antona, altri 1.300 euro li pagò a parte per la pistola che acquistai da un palmese". Così il collaborante aveva raccontato la decisione di uccidere il pensionato. 

A commettere materialmente l'omicidio, secondo il racconto di Mangione, sarebbero stati Lampasona e D'Antona. Il collaborante aveva aggiunto: "Ho chiesto l'autorizzazione a Francesco Fragapane (condannato con l'accusa di essere il nuovo capo mandamento) che mi disse che la vittima non apparteneva a Cosa Nostra e, in definitiva, potevamo fare quello che volevamo". La pista familiare è stata accantonata tanto che la Procura ha chiesto l’archiviazione per il figlio della vittima (ratificata dal gip) e mandato a processo solo Antonino Mangione, D’Antona e Lampasona. I primi due sono stati condannati nel troncone abbreviato (30 anni D'Antona, 16 anni Mangione) mentre Lampasona è stato rinviato a giudizio.

Iadevaia, ascoltato davanti alla Corte di assise, rispondendo al pm Sara Varazi e ai difensori dell'imputato, gli avvocati Antonino Gaziano e Salvatore Manganello, ha ricostruito le battute iniziali delle indagini che, di fatto, sono poi rimaste in ghiaccio per una decina di anni fino alle dichiarazioni di Antonino Mangione.

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