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Domenica, 28 Aprile 2024
Guardia di finanza / Porto Empedocle

La "nave madre" che ha scaricato oltre 5 tonnellate di cocaina è arrivata a Termini Imerese, l'inchiesta: è partita a giugno da Santo Domingo

Il 7 luglio ha fatto l'ultima sosta conosciuta prima di attraversare lo stretto di Gibilterra e giungere nel canale di Sicilia, in attesa del motopeschereccio che nel frattempo era salpato dalle coste calabresi e che ha poi caricato le oltre 5 tonnellate gettate in mare

"E’ stato, sinora, possibile accertare la rotta seguita nelle ultime settimane dal mercantile Plutus partito nello scorso mese di giugno dall’America Centrale e precisamente dal porto di Santo Domingo, per poi raggiungere, dapprima il porto di Trinidad e Tobago e successivamente quello di Las Palmas (Gran Canaria – Spagna) nella giornata del 7 luglio, ultima sosta conosciuta prima di attraversare lo stretto di Gibilterra, e giungere infine nel canale di Sicilia, in attesa del motopeschereccio che nel frattempo era salpato dalle coste calabresi" - hanno spiegato, secondo quanto riporta l'Adnkronos, dalla Guardia di finanza - . 

Da Porto Empedocle a Palermo: il carico di 5 tonnellate di cocaina scortato da 10 auto e un elicottero

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Una volta abbandonato il carico di droga, la motonave ha ripreso il largo in direzione della Turchia, ma è stata bloccata dalle unità navali del Corpo che nel frattempo si erano lanciate al suo inseguimento. Ed è proprio in quel momento che è scattato, ad opera dei militari delle Fiamme Gialle, il fermo delle 15 persone (2 ucraini, tra i quali il comandante della nave – 8 turchi e 5 azeri) costituenti l’equipaggio della nave "madre".

Oggi, la motonave è giunta, scortata dai mezzi navali della guardia di finanza, al porto di Termini Imerese dove è stata posta sotto sequestro (si tratta di una imbarcazione lunga 140 metri) e dove sono in corso le perquisizione con l’ausilio anche di militari in dello Scico di Roma (Servizio centrale investigazione criminalità organizzata) che sta collaborando con l’utilizzo di “scanner” ad alta tecnologia.

I fermati sono stati condotti alla casa circondariale “Pagliarelli” di Palermo. 

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