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Lunedì, 29 Aprile 2024
Tribunale / Valle dei Templi

“Violò i sigilli del parcheggio sequestrato per consentire la sosta”: assolto Vincenzo Sinatra

Gli avvocati dell’imputato, in riferimento alla condanna in primo grado a 6 mesi, ritenevano il verdetto frutto di una “ricostruzione illogica e contraddittoria” dei fatti contestati

La Corte d'appello assolve l'anziano imprenditore agrigentino Vincenzo Sinatra, classe 1935, in merito alla vicenda del presunto parcheggio abusivo in una struttura turistica nel cuore della Valle dei templi. Assistito dagli avvocati Vincenza e Antonino Gaziano, in qualità di amministratore di fatto della “T.A.S. srl” e custode giudiziale dell’area in contrada Sant’Anna sottoposta a vincolo paesaggistico e a sequestro preventivo del gip nel mese di agosto 2016, a seguito di lavori di sbancamento e livellamento del terreno per la realizzazione di un vasto parcheggio, Sinatra era accusato di avere violato i sigilli, in particolare rimuovendo la recinzione, i piombini ed il cartello indicante il sequestro preventivo apposti sui varchi di accesso alla predetta area, consentendo in tal modo l’ingresso e il parcheggio di numerose auto. Tutto questo dopo essere venuto a conoscenza che erano stai rimossi i sigilli da parte di ignoti e senza avvisare dell’accaduto l’autorità di polizia giudiziaria. Con tale condotta non avrebbe dunque rispettato gli obblighi di mantenere immutato lo stato dei luoghi, con l’aggravante di avere agito in qualità di custode giudiziale dell’area sequestrata.

L'imputato era stato condannato in primo grado a 6 mesi di reclusione. Tale sentenza venne impugnata ed il caso giudiziario approdò dunque in Corte d’appello. Adesso l'assoluzione. In particolare la difesa dell’imputato sosteneva che il verdetto di primo grado sarebbe frutto di una “ricostruzione illogica e contraddittoria dei fatti, nonché il risultato di una valutazione arbitraria degli elementi probatori emersi nel corso dell’istruttoria dibattimentale e di una omessa considerazione delle tesi difensive rispetto alle quali non è stata resa alcuna motivazione in merito alle rispettive rilevanze che riguardano la ricostruzione alternativa su cui si fonderebbe il ragionevole dubbio”.

Era stata così chiesta l’assoluzione di Sinatra in quanto mancherebbe o sarebbe insufficiente o contraddittoria la prova che il fatto costituisce reato.

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