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Sabato, 27 Aprile 2024
I retroscena / Sciacca

"I pali in meno al cantiere Bisconte per salvare le buche del campo da golf nel resort di Rocco Forte a Sciacca", i retroscena dell'inchiesta

Emergono nuovi dettagli dall'indagine che ha portato agli arresti domiciliari l'ormai ex capo dell'Ufficio regionale per il rischio idrogeologico Maurizio Croce

rrivano in serata le dimissioni di Maurizio Croce, l’ormai ex capo dell’Ufficio regionale sul dissesto idrogeologico finito giovedì agli arresti domiciliari nell’inchiesta con undici indagati a vario titolo per corruzione e finanziamento illecito per la campagna elettorale che lo ha visto candidato a sindaco di Messina alle ultime competizioni elettorali.

Dimissioni che suonano come una beffa e che arrivano dopo la sospensione del prefetto Cosima Di Stani dal ruolo di consigliere comunale, la sua sostituzione con Salvatore Lizzio da parte del presidente della Regione Renato Schifani per l’ufficio sul dissesto idrogeologico e la sospensione anche dal partito di Forza Italia firmata dal coordinatore regionale.

Le dimissioni da consigliere comunale

“Con la presente – scrive Croce – il sottoscritto, eletto consigliere comunale del Comune di Messina, quale miglior sindaco perdente, nella tornata elettorale del 12 giugno 2022 comunica le proprie dimissioni irrevocabili dalla carica di cui sopra, per motivi strettamente personali”.

Intanto, sul fronte delle indagini, saranno interrogati la prossima settimana gli indagati dell' inchiesta coordinata dai sostituti della Dda Liliana Todaro e Antonio Carchietti che sembra essere solo al primo step.

Oltre a Croce, agli arresti, c’è anche l’ex direttore generale dell’Arpa Francesco Carmelo Vazzana, l'ex capo dell'Arpa coinvolto anche come gestore di fatto - secondo gli inquirenti - del negozio di abbigliamento Salotto di Messina mentre sospeso per un anno ad esercitare attività d’impresa è l’imprenditore Giuseppe Capizzi di Bronte, diventato sindaco di Maletto nel 2023, che con il Consorzio stabile progettisti e costruttori si è aggiudicato i lavori per la riqualificazione del torrente Bisconte-Cataratti banditi dall'ufficio di Croce e finiti sott’inchiesta.

Gli indagati

Tra gli indagati nell’ordinanza firmata dalla gip Arianna Raffa, anche il geometra di Barcellona Pozzo di Gotto Antonino Cortese, funzionario del dipartimento di Protezione civile di Palazzo Zanca, della geometra milanese ma residente a Messina Rossella Venuti, responsabile dell'Area Tecnica I - Patto per il Sud nell'ambito dell'Ufficio del Commissario di Governo contro il dissesto idrogeologico nella Regione Siciliana, l’imprenditore messinese Rosario Arcovito di Messina, i brontesi Emanuele Capizzi e Davide Tommaso Spitaleri nonché Giovanni Pino di Messina e due persone giuridiche: Consorzio stabile progettisti e costruttori ed Scs Costruzioni edili gestito di fatto da Giuseppe Capizzi.

Le rivelazioni "illuminanti"

Ed è proprio quest’ultimo che racconterà a magistrati e finanzieri la rete di rapporti opachi e le cortesie che Croce gli avrebbe chiesto: effettuazione a titolo gratuito di lavori presso il Verdura Resort di Sciacca per un importo complessivo di circa euro 93.165,44.; corresponsione, per il tramite di Arcovito Rosario, Spitaleri Tommaso Davide e Pino Giovani e con 'intermediazione di Vazzara Francesco, di una somma complessiva di circa 60 mila euro a titolo di finanziamento per la campagna elettorale quale candidato a Sindaco di Messina per le elezioni amministrative del giugno 2022; ristrutturazione, con l'effettuazione di lavori per un valore di circa 30.000 euro di ton immobile adibito ad esercizio commerciale sito in Viale San Martino n. 160 nella disponibilità di Vazzana Francesco; acquisito in favore di Vazzana Francesco di un orologio Rolex Daytona del valore di circa 20 mila euro; trasferimento di una autovettura da Venetico a Roma per esigenze personali di Croce sempre a spese di Capizzi.

Dalle controversie per i Sal ai "favori"

Un rapporto nato per sanare iniziali contrasti legati allo stato di avanzamento lavori al cantiere di Bisconte risolti poi – scrivono gli inquirenti - in una condivisione di interessi illeciti alimentati e rafforzati nel tempo anche con il coinvolgimento di altri soggetti stretti collaboratori di Croce, come Antonino Cortese e Rossella Venuti. Per quest’ultima, per esempio, Capizzi avrebbe effettuato lavori di ristrutturazione in un immobile che la geometra aveva nella sua disponibilità, di proprietà dei genitori e l’avrebbe anche aiutata a iscriversi alla facoltà di ingegneria dell’Università telematica E-Campus occupandosi di tutto il percorso universitario dell’indagata compresa l’iscrizione agli esami e la predisposizione delle tesine anche mediante l’apporto di un suo collaboratore.

Quell'impresa già nota all'antimafia

Un’inchiesta partita grazie ai controlli disposti dalla prefetta Cosima Di Stani al fine di prevenire eventuali infiltrazioni mafiose negli appalti. Da subito emergono le anomalie a cominciare dalla compagine della società aggiudicataria dei lavori amministrata solo formalmente secondo gli investigatori da Emanuele Capizzi ma di fatto gestita dal fratello Giuseppe, già rinviato a giudizio per traffico illecito di influenze con l’aggravante mafiosa nel procedimento penale della Procura di Catanzaro Rinascita Scott (“circostanza, peraltro, nota ai referenti della stazione appaltante”) e figlio di Salvatore Capizzi, amministratore della S.C.S. Costruzioni edili, società esecutrice dei lavori e facente parte del gruppo riconducibile alla famiglia Capizzi.

Do ut des

E l’interrogatorio di Giuseppe Capizzi reso a ottobre e novembre del 2012 viene definito “illuminante” dai magistrati e ha consentito di disvelare e meglio delineare i rapporti dello stesso con i referenti pubblici coinvolti nell'operazione e con altri soggetti. Capizzi, impegnato di fatto nei lavori presso il cantiere Bisconte-Catarratti per il tramite delle imprese del Gruppo riconducibile alla sua famiglia, avrebbe agito su due fronti: per un verso, ha tentato di truffare lo Stato, per ottenere, con vari espedienti un maggiore ed indebito esborso di somme in suo favore, per esempio con la tentata "truffa dei pali" e quella del conferimento in discarica, consistita nel riutilizzare rifiuti provenienti dal cantiere di Bisconte (quali terre e rocce da scavo) in un altro cantiere a Ganzirri che venivano falsamente documentati quale materiale oggetto di conferimento diretto in discarica, in modo da consentire all'impresa di richiedere il relativo rimborso a carico della stazione appaltante e di ottenere contestualmente il pagamento anche dal committente privato; per altro verso, e al contempo, questo vantaggio economico gli avrebbe consentito di "coprire" i costi dallo stesso personalmente sostenuti per soddisfare interessi personali dei pubblici ufficiali coinvolti nell'appalto della cui “benevolenza” avrebbe i beneficiato sia in sede di avanzamento dei lavori, sia - come senza riserve dichiarato dall'indagato - per l'ottenimento di future commesse.

La svolta con il Rolex, è "tempo" di accordi

A segnare la svolta nei rapporti è un Rolex regalato a Vazzana, titolare di fatto del negozio di abbigliamento Salotto, che beneficerà anche di lavori di ristrutturazione. A chiedere di procurare l'orologio sarebbe stato lo stesso Croce e quando Capizzi gli chiede come si sarebbe dovuto comportare riguardo al pagamento la risposta del funzionario è che Vazzana per lui è come un fratello.

Il favore all'amico del resort di Sciacca

Poche parole che bastano all'imprenditore per capire che su quei 22mila euro poteva mettere una "croce". Quasi contestuale alla vicenda del Rolex, nel primo semestre del 2021, Croce avrebbe chiesto a Capizzi di risolvere per un suo "amico" un problema relativo alla messa in sicurezza del Verdura Resort di Sciacca. Dopo l'incontro in un bar di Piazza Florio a Palermo con il capo della sicurezza del Verdura Resort Enzo Cucchiara, Capizzi si sarebbe prodigato per effettuato il sopralluogo e quantificato complessivamente lavori in mezzo milione di euro circa. Secondo quanto scritto dalla gip Arianna Raffa, Croce e Capizzi avrebbero uno ideato e l'altro acconsentito ad una illecita imputazione delle spese dal cantiere di Bisconte. In pratica, i pali in meno nel cantiere messinese sarebbero stati immolati per salvare le buche del campo da golf del Resort minacciate da una frana.

Una vicenda che avrebbe trovato ampio riscontro nell'attività investigativa con intercettazioni in cui Croce fa trapelare il suo diretto interessamento rivendicando la paternità dell'intervento nonché di aver incontrato personalmente Rocco Forte a Roma.

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