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Lunedì, 29 Aprile 2024
La decisione / Licata

Incendio nel centro di stoccaggio rifiuti, ordinanza del sindaco: scuole chiuse

Pericolo per la pubblica incolumità a causa dei fumi sprigionati dalla combustione dei rifiuti speciali della ditta Omnia. Nessuno è rimasto intossicato grazie al rapido ed efficace intervento congiunto dei Commissariati di polizia di Licata e Palma di Montechiaro, dei carabinieri, dei vigili del fuoco, dell’Arpa e della Protezione civile che raccomanda di tenere chiuse le finestre delle abitazioni

Il sindaco di Licata, Angelo Balsamo, poco dopo le 20 di oggi, domenica 21 gennaio, ha diramato un'ordinanza che dispone la chiusura di tutte le scuole e gli asili nido della città (sia istituti pubblici che privati) in via cautelativa nella giornata di lunedì 22 gennaio (ordinanza successivamente estesa anche a martedì 23 e mercoledì 24 gennaio). E raccomanda inoltre di utilizzare mascherine di tipo FFP2, di chiudere imposte e finestre ed evitare di stendere o ritirare i panni. Tutto questo a causa del vastissimo incendio avvenuto nel deposito di stoccaggio rifiuti della ditta Omnia in contrada Bugiades. Un rogo che ha messo a dura prova cittadini e soccorritori. Le fiamme si sono rapidamente estese nell'area di pertinenza della ditta che è attualmente sotto sequestro da quasi 2 anni (era il marzo del 2022 quando scattò il provvedimento) per delle presunte violazioni ambientali in materia di gestione e smaltimento di rifiuti speciali. L'immenso rogo ha impegnato i vigili del fuoco per diverse ore. 

Scoppia un incendio nel centro stoccaggio rifiuti: più squadre di pompieri al lavoro

Il pericolo per la pubblica incolumità si è rivelato subito un problema da non sottovalutare proprio a causa dei fumi sprigionati dalla combustione del materiale. Per fortuna nessuno è rimasto intossicato grazie al rapido ed efficace intervento congiunto dei Commissariati di polizia di Licata e Palma di Montechiaro, dei carabinieri, dei vigili del fuoco del distaccamento locale e di altre 3 squadre provenienti da Agrigento e Canicattì, della Protezione civile e dell’Arpa.

Intervenuto anche il Gos, il gruppo operativo movimento terra di Palermo. Con pale meccaniche e "ragni" si lavora per separare dal mucchio varie parti ancora incandescenti per poi spegnerle con acqua e schiuma.
L’incendio ha provocato una nuvola di fumo molto estesa, costantemente monitorata dalla Protezione civile che raccomanda ai cittadini di tenere chiuse le finestre delle abitazioni e di ritirare i panni stesi. Si raccomanda anche di non lasciare i prodotti ortofrutticoli in luogo aperto e di limitare l'uso dei climatizzatori. A tenere sotto controllo i fumi è soprattutto l'Arpa che ha effettuato in un primo momento - ed è molto probabile che lo rifarà - una verifica della qualità dell'aria. La colonna di fumo è visibile da ogni angolo della città e le zone più esposte al pericolo diossina sono Mollarella, Piano Cannelle e Bugiades e via Palma.

Le cause dell’incendio sono ancora in fase di accertamento. Le indagini sono coordinate dal Commissariato di polizia di Licata. Nessuna ipotesi, al momento, viene esclusa. Neanche quella che porterebbe ad una eventuale matrice dolosa dato che siamo in pieno inverno e le basse temperature di certo non favoriscono combustioni spontanee. All’interno dell’area di pertinenza della ditta non si trovavano mezzi che avrebbero potuto subire danni: c’erano solo rifiuti speciali.

Strada chiusa

L'Anas ha comunicato che è temporaneamente chiuso, in entrambe le direzioni, il tratto in prossimità del km 229,500 della statale 115 "Sud Occidentale Sicula" in territorio di Licata. a Licata, in provincia di Agrigento. Al momento il traffico veicolare viene deviato lungo la viabilità locale con segnalazioni sul posto. Sono presenti le squadre di Anas, Protezione civile e vigili del fuoco per la gestione della viabilità e per il ripristino della normale circolazione nel più breve tempo possibile.   

L'esposto di un'associazione

L’associazione licatese antimafia “A testa alta”, intanto, ha formalizzato un esposto all’Arpa, alla Procura della Repubblica, al Prefetto di Agrigento, all’assessorato regionale dell’energia e al Centro anticrimine natura dei carabinieri con il quale chiede di “procedere con urgenza, ove non già provveduto, all’attività di campionamento dell’aria ambiente per la determinazione delle diossine nelle aree interessate dalla ricaduta dei prodotti di combustione dell’incendio. Date le considerevoli dimensioni della discarica - scrive il presidente e legale rappresentante dell’associazione, Antonino Catania - vi è il concreto pericolo che, dall’area interessata dai fumi del rogo, visibile a chilometri di distanza, si sia sviluppata una nube tossica con interessamento del centro abitato del Comune di Licata.

Tanto emergerebbe dalle immagini rilevate dal portale, trasmesse in live streaming a partire dalle ore 21 di ieri, sabato 20 gennaio, che chiediamo vengano acquisite nei modi e nelle forme di legge. Alla Procura della Repubblica si chiede, sin da ora, che vengano accertate eventuali responsabilità penali anche a carico di coloro che, avendo l’obbligo di attivarsi o comunque un dovere di vigilanza e di controllo, non hanno impedito l’evento o la concretizzazione dei rischi. Riservandosi di ratificare la presente denuncia, ove ritenuto necessario, la scrivente chiede di essere avvisata in caso di eventuale richiesta di archiviazione”.

(Aggiornato alle 20:21)

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