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Sabato, 27 Aprile 2024
Malasanità / Grotte

Morta dopo le dimissioni dall'ospedale: il gip decide se archiviare inchiesta

Una donna di 86 anni è deceduta, l'8 febbraio del 2021, dopo un secondo ricovero in un'altra struttura. I consulenti della procura: "Non c'erano condizioni di urgenza, il medico del pronto soccorso ha agito correttamente". L'opposizione della figlia: "Accertamenti superficiali per l'età avanzata della vittima"

"Sia gli accertamenti medici che quelli investigativi sono stati svolti in maniera superficiale perchè riguardavano il caso di una donna di 86 anni, in realtà per la sua morte non si è indagato abbastanza e ci sono molti aspetti su cui occorre fare luce". 

L'avvocato Gianfranco Pilato, legale della figlia dell'anziana morta venti giorni dopo essere stata dimessa dall'ospedale dove era andata lamentando problemi cardiaci, si oppone alla richiesta del pubblico ministero Cecilia Baravelli di chiudere il caso e archiviare l'indagine per omicidio colposo aperta in seguito alle denunce della figlia. 

Secondo la procura, la decisione di lasciarla andare a casa fu corretta perchè "non c'erano le condizioni di urgenza e non c'è un nesso col decesso della donna". 

Il caso è quello per la morte di Biagia Salvaggio, di Grotte, avvenuta il 28 febbraio del 2021, a distanza di tre settimane dal primo accesso al San Giovanni di Dio. La donna, dopo essersi consultata col proprio medico di famiglia, secondo la ricostruzione dell'episodio, avrebbe chiamato un'ambulanza per farsi accompagnare al pronto soccorso.

La paziente, dopo una consulenza cardiologica che escluse particolari criticità, fu rimandata a casa e affidata alle cure del medico di base. Dopo alcuni giorni accusò un nuovo malore e venne ricoverata, questa volta, all'ospedale Barone Lombardo di Canicattì dove morì per un arresto cardiocircolatorio.

Il pm, in seguito alla denuncia presentata dalla figlia, ha iscritto una dottoressa del pronto soccorso di Agrigento nel registro degli indagati. La consulenza, eseguita dal medico del lavoro Giuseppe Abbita e dal medico legale Sergio Cinque, tuttavia, ha escluso che la condotta del medico sia stata negligente. "Non c'erano condizioni di urgenza ed emergenza medica - hanno scritto - che giustificassero il ricovero". Da lì, quindi, la richiesta di archiviazione.

La figlia, attraverso il suo legale, ha presentato un'opposizione chiedendo alla procura di svolgere nuove indagini e, in particolare, eseguire nuovi accertamenti medico legali e interrogare il medico di base della donna e il medico dell'ambulanza intervenuto per il trasporto al pronto soccorso.

A decidere, dopo avere sentito, ieri mattina, in aula, tutte le parti, sarà il gip Stefano Zammuto. Tre le ipotesi: archiviazione, supplemento di indagini oppure imputazione coatta. La riserva sarà sciolta nei prossimi giorni. 

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