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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Favara

Stalking a dipendente perchè si era iscritto al cobas, parte processo a due dirigenti

Il camionista, che ha denunciato i suoi datori di lavoro, non ha ottenuto di costituirsi parte civile

Il dipendente, che ha denunciato i suoi datori di lavoro per stalking facendoli finire a processo, non si potrà costituirsi parte civile. La difesa degli imputati aveva replicato alla sua richiesta sostenendo che aveva già ottenuto un risarcimento e, di conseguenza, non gli spettava più nulla.

Il giudice Wilma Angela Mazzara, che aveva rinviato l'udienza per sciogliere la riserva, ha letto un'ordinanza con la quale rigetta la richiesta di costituzione di parte civile che il camionista favarese aveva presentato attraverso il suo difensore, l'avvocato Domenico Russello. La difesa degli imputati, affidata agli avvocati Beniamino Migliucci e Gianfranco Pilato, si era opposta.

Il processo è quello nei confronti di Friedrich Haeder Johann, 59 anni e Alfred Oberrauch, 50 anni; il primo responsabile della filiale di Bolzano e il secondo capo ufficio della Ferecam, società leader in Italia nel settore dei trasporti. La vittima sarebbe un autista di autotreni che, in seguito alla sua iscrizione al sindacato, avrebbe subito quattro procedimenti disciplinari pretestuosi.

In particolare gli sarebbe stato contestato di usare senza l’autorizzazione il mezzo di lavoro per andare a Favara, invece che fermarsi al deposito di Catania. “Circostanza che in precedenza - ha sottolineato il pm Antonella Pandolfi nella richiesta di rinvio a giudizio - era tollerata nei suoi confronti e nei confronti di altri lavoratori”: in seguito, inoltre, avrebbe subito il trattenimento dalla busta paga di una somma complessiva di 10.491 euro a titolo di rimborso delle spese di gasolio non autorizzate, sottratte con cadenza mensile in rate da 200 euro.

E poi ancora gli sarebbero stati modificati senza preavviso gli itinerari di viaggio a cui era destinato e sarebbe stato mantenuto per ripicca appositamente in trasferta per sei settimane dal 13 novembre al 18 dicembre del 2017. Per costringerlo, inoltre, a pagare le somme di denaro a titolo di rimborso spese non autorizzate sarebbe stato minacciato: “Prima ci dai i soldi che ci devi, poi ne riparliamo”.

Un atteggiamento persecutorio che avrebbe causato al dipendente dell’azienda “un perdurante stato di ansia che gli provocava “recidiva di disturbo depressivo reattivo cronico con ansia e polisomotizzazioni oltre a turbe del sonno”. Il 21 maggio saranno sentiti i primi testi dell'accusa. 

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