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Nuova mobilitazione / Punta Bianca

"No esercitazioni militari a Punta Bianca": confermato il sit-in di protesta

MareAmico e Marevivo: "Oltre che inquinare i luoghi, impediranno la pubblica fruizione della riserva"

Tutto confermato: nuovo sit-in di protesta a Punta Bianca contro la ripresa delle esercitazioni militari. Lunedì, cittadini e associazioni si ritroveranno all'ingresso della riserva - secondo quanto annunciato da MareAmico e Marevivo Sicilia - per impedire che "l’Esercito continui a violare un territorio che, sotto l’aspetto paesaggistico, storico, ambientale, ha una valenza incommensurabile".

La zona di Punta Bianca, con il suo paesaggio costiero aperto verso il mare Mediterraneo, è caratterizzata da numerose piccole spiagge strette, delimitate da scarpate di terrazzo e da balze. E' un luogo di eccezionale bellezza, ancora non alterato e poco compromesso da fenomeni di antropizzazione, che lo scorso anno è diventata Riserva naturale orientata. "Tutto questo territorio, è compromesso dalla presenza delle esercitazioni militari, che oltre a violare la storia ed il paesaggio compromettono l’ambiente immettendo in atmosfera sostanze pericolose, come ad esempio i residui di polveri da sparo - scrivono MareAmico e Marevivo - .  Durante le esercitazioni militari vengono rilasciati grandi quantità di piombo, sostanza velenosissima che, come tutti i metalli  pesanti, è altamente tossica per l’ecosistema marino. La sua permanenza in acqua ad elevata salinità lo degrada dissolvendolo nell’ambiente marino. Il piombo entra nella catena alimentare distribuendosi nei tessuti degli organismi della fauna ittica con destinazione terminale l’uomo, causando una serie di danni ad organi e tessuti spesso irreversibili. I terrificanti boati atterriscono, oltre che le persone, anche gli animali selvatici presenti in queste aree - prosegue il comunicato stampa - . Anche le forti vibrazioni, provocate dalle esplosioni, hanno già causato numerosissime frane, con un considerevole arretramento della fragile falesia".

Le associazioni ambientaliste hanno ricordato anche che, nel 2017, la commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito, dopo un sopralluogo presso il poligono di Drasy aveva suggerito la bonifica dei luoghi, dichiarando: “Per noi è stato clamoroso – ha affermato Gian Piero Scanu, presidente della commissione parlamentare – è incredibile che, nessuno si sia mai posto il problema di andare a raccogliere le migliaia e migliaia di proiettili fatti di piombo che nei decenni sono stati sparati da terra verso il mare“. Nell'ottobre del 2021, Mareamico ha presentato una denuncia riguardante il possibile e probabile inquinamento da metalli pesanti dell’area di Drasy. La Procura di Agrigento ha avviato le indagini e dopo gli accertamenti effettuati dai carabinieri del nucleo Forestale ed Ambientale, in collaborazione con l’Arpa regionale, è stato accertato il superamento dei livelli di sicurezza previsti per quel tipo di zona. Dopo la necessaria e tempestiva comunicazione di questa pericolosa situazione di inquinamento al comando militare, che gestisce l’area in questione, il 2 marzo 2022, l’Esercito ha disposto “la temporanea sospensione di utilizzo del poligono di Drasy, fino a data da destinarsi”.

"Da quella data ci saremmo aspettati che, responsabilmente, l’Esercito provvedesse alla bonifica dei luoghi, al fine di eliminare il pericolo, documentato dalla Procura di Agrigento e bonificare il mare prospiciente l’area. Ma invece, nulla è stato fatto! - continuano le due associazioni ambientaliste - . Con l’ordinanza n° 06/2023, l’Esercito italiano ha comunicato il nuovo programma di esercitazioni previste nel poligono di Drasy, ad iniziare dal prossimo 16 ottobre e fino a maggio 2024. Tali esercitazioni, oltre che inquinare i luoghi, impediranno la pubblica fruizione della riserva di Punta Bianca". 

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