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Cronaca Cattolica Eraclea

Erosione ad Eraclea, il geologo: "Le barriere frangiflutti non servirebbero"

Parla Marco Interlandi, che è ha fatto il punto sull'emergenza, tramite una nota diffusa da Legambiente

Sistemi rigidi, come le barriere frangiflutti, o la trasformazione, anche solo temporanea, dell’arenile in una lunga scogliera mediante la collocazione di massi non servirebbero a risolvere il problema dell'erosione costiera sulla spiaggia di Eraclea Minoa. Parola del geologo Marco Interlandi di Legambiente, che è ha fatto il punto sull'emergenza, tramite una nota diffusa dall'associazione ambientalista.

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"La soluzione - spiega Interlandi - è quella di accettare che il mare attinga naturalmente alle riserve naturali della spiaggia (ossia alle dune stabilizzate dalla realizzazione del boschetto) redistribuendo il materiale lungo tutto il tratto di costa. Naturalmente si può prevedere di venire incontro alle attività commerciali presenti, prevedendo degli indennizzi, stimati calcolando ad esempio il fatturato degli ultimi cinque anni o consentendo di spostare le strutture più verso monte". 

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"Va detto che gran parte delle dune costiere presenti - prosegue il geologo - sono state stabilizzate con la realizzazione di un bosco artificiale e pertanto, in una fase in cui scarseggia il naturale apporto di sedimenti lungo la spiaggia, si è di fatto innescato un fenomeno di erosione costiera che sta erodendo delle antiche riserve di sabbia (dune) su cui è stato impiantato un bosco".

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"Ora, se si vuole intervenire su tale tratto di costa, anche con metodi moderni quali quelli di ripascimento menzionati, - spiega ancora Interlandi - va detto che il problema dovrà essere affrontato per l’intera lunghezza della spiaggia (ossia 5,5 chilometri), infatti le opere a corredo dei rinascimenti, seppur modeste rispetto alle tradizionali scogliere, avranno un impatto su tutta la falcata (da Capo Bianco a  Torre Salsa), comportando la snaturalizzazione dell’intero tratto di costa. Intervenendo solo per il tratto oggi in erosione non si farebbe altro che spostare il fenomeno erosivo nelle aree sottoflutto compromettendo l’intero litorale".

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