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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Servizio idrico, scoppia la polemica dopo l'allarme di Trupia: Codacons ne chiede le dimissioni

Il vicesindaco con delega ad acqua e rifiuti mette in allerta: "Tante le criticità rispetto alla gestione, urgono risposte"

Servizio idrico, scoppia la polemica: Codacons chiede le dimissioni del vicesindaco Aurelio Trupia. Ancora una volta. Tutto parte dalle dichiarazioni dell'assessore ad Acqua e Rifiuti da noi riportate questa mattina nelle quali si evidenziavano delle potenziali criticità nella gestione della società consortile. 

"E’ una scommessa difficile - commentava - che mette da subito le amministrazioni comunali nel dover dimostrare che gestire l’acqua pubblica è una vittoria dei cittadini e di una visione politica diversa dopo 13 anni di gestione prima prettamente privatistica e poi straordinaria che adesso deve correre per ridare un servizio essenziale come l’erogazione dell’acqua a costi uniformi, calmierati in tutto il nostro territorio e senza inseguire il lucro. L’Aica tuttavia nasce in maniera monca: due comuni non hanno ancora sottoscritto il passaggio alla nuova consortile (Lampedusa e Camastra) e altri 8 comuni insistono sulla gestione diretta secondo i dettami dell’art.147 della legge 152/2006 , cosa a mio avviso non di facile soluzione. Per questo si deve andare avanti con uno spirito diverso dall’inizio, chiudendo l’annosa storiella dei comuni ricchi perché hanno l’acqua nelle loro viscere e comuni senza autonomia idrica".

Trupia faceva un lungo elenco di impegni che attendono nell'immediato la nuova società, a partire dalla "ricognizione dei beni dell’ex gestore Girgenti Acque e avere un rapporto proficuo con la curatela fallimentare, procedure che non possono chiudersi in tempi rapidissimi". Tutto al fine di gestire "il servizio idrico seguendo logiche indirizzate agli investimenti infrastrutturali attraverso un percorso virtuoso che parte dal rifacimento delle reti idriche, di depuratori funzionanti e moderni, della manutenzione degli invasi e di trovare una soluzione finale con la società di 'sovrambito' Siciliacque che vende l’acqua all’ingrosso a circa 70 centesimi a metro cubo, cosa che non avviene facendo un report nelle altre regioni italiane e che sono esiziali sui costi finali in bolletta". Passaggio questo che risentirà - in positivo - del recente pronunciamento del Cga che ha di fatto ritenuto illegittime le tariffe applicata dal gestore e dalla Regione e consentirà non solo di ridurre il costo dell'acquisto dell'acqua all'ingrosso, ma anche di avere dei rimborsi da parte dei singoli ambiti.

Il vicesindaco, quindi, non nasconde di essere "perplesso" per le "difficoltà economico-finanziarie che vivono i comuni, alcuni in dissesto, altri in riequilibrio e altri in sofferenza che, comunque si dovranno fare carico di ricoprire eventuali perdite dei costi di gestione del servizio attingendo dalle proprie risorse interne con seri rischi di squilibri o disallineamenti finanziari". Un dubbio che del resto avevano posto i revisori dei conti di Agrigento, i quali avevano chiesto - e il punto fu votato dal Consiglio comunale - una modifica allo statuto. 

"Trupia si è svegliato ora sulla consortile e sui rischi per i comuni? Cosa ha fatto fino ad ora?" chiede Di Rosa, che di Codacons è vicepresidente. "Abbiamo già chiesto le sue dimissioni per lo stato igienico sanitario della città mai stata in queste condizioni, il sistema della raccolta differenziata e delle discariche cittadine travestite da 'isole ecologiche' è fallito e lo hanno certificato loro stessi con la chiusura(dopo la nostra ennesima richiesta), di quella dello spiazzo ex saiseb, le torneremo a richiedere non solo per lui ma per tutti gli amministratori che hanno tacitamente approvato lo statuto ed il piano d’ambito della appena nata Aica che allo stato attuale senza le dovute revisioni, è una grande 'accozzaglia' pronta all’ennesimo fallimento. Prima hanno approvato lo statuto e tutto ciò che c’era da approvare - dice ancora -, adesso siccome a molti non gli sono riusciti i giochi di piazzare i loro uomini al potere, mettono le mani avanti avendo intuito che diremo alla gente ed ai dipendenti ex Girgenti Acque, come stanno le cose, sul futuro della gestione, e sulla situazione dei posti di lavoro. Dove sono gli atti conseguenziali dei comuni specie di quello di Agrigento (maggiore azionista) per evitare che siano le casse comunali a ripianare eventuali perdite? Dove sono le proposte di modifica al piano d'ambito da parte dei comuni per scongiurare questo pericolo".

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