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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Camastra

Traffico illecito di rifiuti, il Covid ferma il processo "Sepultura"

Alcuni difensori chiedono e ottengono un rinvio per le difficoltà di spostamento dalle zone rosse e arancioni

Il Covid ferma l'avvio del processo scaturito dall'inchiesta "Sepultura" che ipotizza un vasto traffico e smaltimento illecito di rifiuti nella discarica di contrada Principe, a Camastra. Diversi difensori dei 35 imputati (nello stralcio abbreviato ci sono state 2 condanne e 6 assoluzioni) hanno chiesto un rinvio per le difficoltà di spostarsi da una regione all'altra considerato anche che molti sono residenti nelle zone rosse. 

I giudici della seconda sezione penale, presieduta da Wilma Angela Mazzara, hanno accolto la richiesta di differimento e fissato la prossima udienza al 23 febbraio.

Lo scorso 11 settembre, il gup di Palermo, Filippo Serio, ha condannato Carmelo Parrino, 61 anni, intermediario dei rifiuti e titolare dell’omonima impresa con sede ad Augusta, e Francesco Ippedico, 78 anni, amministratore del laboratorio “Ippedico Franesco società srl”, alla pena di dieci mesi di reclusione. Assolti per non aver commesso P. B., 50 anni; Salvatore Mazzotta, 47 anni; Giuseppe Panseri, 69 anni; Stefano Panseri, 43 anni; Domenico Vincenzo Venturi, 61 anni e Marco Venturi, 58 anni.

Al centro dell’inchiesta ci sono i vertici della A&G srl società con sede a Camastra che si occupa della gestione della discarica di contrada Principe. 

Agli imputati (difesi, fra gli altri, anche dagli avvocati Leonardo Marino, Giovanni Castronovo, Lillo Fiorello, Alessandro Baio e Claudio Gallina Montana) si contesta di avere smaltito illecitamente, nella discarica di Camastra, rifiuti speciali di ogni tipo, anche pericolosi: dopo il sequestro della struttura e dei beni di alcuni indagati, scattato nel dicembre del 2017, la vicenda è approdata a processo.

Nella lista, fra gli altri, l’attuale presidente dimissionario di Girgenti Acque, Marco Campione e il suo predecessore Giuseppe Giuffrida. Fra le persone finite sotto accusa, ci sono i responsabili della società “A&G” che gestisce il sito: il presidente Donato D’Angelo, il direttore tecnico Calogero Alaimo, il consigliere Salvatore Alaimo, il presunto direttore tecnico “di fatto” Alfonso Bruno e Pasquale Di Silvestro, assunto con lo stesso incarico. Nella lista anche l’amministratore delllo studio chimico ambientale Giuseppe Daniele Pistone; gli amministratori dell’impresa “Fratelli Cultrera”, Giuseppe, Antonio e Massimo Cultrera e una serie di imprenditori, titolari di attività che avrebbero conferito illecitamente nella discarica: Salvatore Bonafede, Massimo Barbieri, Francesco D’Alema, Giuliano Costantini, Gaetano Rubino, Anna Maria Rosso, Fabio Borsellino, Tindara Maria Rita Paratore, Antonino Paratore, Francesca Di Gaetano e Gerlando Piparo. E poi ancora: Luciano Dell’Omo, Filippo Oddo, Danilo Ignazio Russo e Fabrizio Giotti, operatori delle imprese che operavano nel sito e avrebbero smaltito i rifiuti in maniera illecita. 

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